Se il nuovo pericoloso corso del potere islamico parte dagli Stati Uniti

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    Se il nuovo pericoloso corso del potere islamico parte dagli Stati Uniti
    Franco Londei | Rights Reporter - 2 Maggio 2019

    E’ importante capire, per prevenire, dove si ferma la legittima pretesa dei musulmani di essere rappresentati politicamente e dove inizia la illegittima pretesa di condizionare e far sottostare la politica ad una ideologia religiosa

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    Ilhan Omar, Islamic Power


    Islamic Power, potere islamico inteso come potere politico non legato a una ideologia politica ma a un ideologia religiosa dove tutto è conformato alla legge islamica e non a una Costituzione o a leggi laiche che tutelino i Diritti in equal modo per tutti gli individui, a prescindere dal sesso, dall’orientamento sessuale, dalla religione o dalla razza.

    E’ questo l’obiettivo di una delle più importanti campagne di raccolta fondi del mondo “politico” musulmano negli Stati Uniti organizzata da JetPac, una piattaforma “politica” che ha come obiettivo quello di aumentare il potere politico islamico negli USA.

    “Unapologetically US: Building Muslim Power for 2020 and Beyond”, costruire il potere islamico negli Stati Uniti per il 2020 e oltre. Questo è il motto di questo neonato movimento politico che punta apertamente ad aumentare l’influenza politica musulmana tanto da riuscire a condizionare l’intera politica americana.

    Per intenderci, ogni movimento politico che si rispetti punta ad aumentare il proprio potere, quindi non ci sarebbe nulla di strano se non fosse appunto per il fatto che in questo caso si vuole usare la politica per promulgare una ideologia religiosa tutt’altro che liberale.

    Come fa notare in un recente editoriale Oren Litwin, direttore del Middle East Forum, negli Stati Uniti è nata una nuova tendenza politica «volta a costruire il potere islamico» dove il termine “potere” viene associato al “change power”, cioè ad una acquisizione di potere così marcata da determinare un importante cambiamento nelle future politiche americane e in particolare nella politica estera in Medio Oriente.

    Nella sua analisi Oren Litwin cita il fenomeno di Ilhan Omar come punto di riferimento del nuovo corso della politica islamista negli Stati Uniti e di come l’ambizione di questo movimento religioso non abbia limiti tanto da prefigurare per un prossimo futuro un peso così importante da determinare le scelte dell’Amministrazione.

    Ilhan Omar diventa quindi un esempio di come la forte volontà islamista di acquisire potere politico diventi realtà, di come la stessa volontà possa riuscire a far cambiare la politica estera americana fino ad arrivare persino a ventilare apertamente l’ipotesi di fargli ripudiare il sostegno a Israele.
    Sempre più sfacciati e smaccatamente antisemiti

    Mentre le prime infelici uscite antisemite di Ilhan Omar erano state apertamente criticate in maniera bipartisan, quindi anche dai democratici, piano piano la Omar ha alzato il tiro riuscendo nell’intento di non essere più criticata ma, anzi, riuscendo persino a ricevere appoggio politico alle sue deliranti idee.

    E’ come se i democratici americani, al pari del blocco cosiddetto “liberal” britannico che fa capo a Jeremy Corbyn, avessero capito l’importanza e il peso del voto musulmano e che per questo le venga praticamente concesso di tutto.

    E’ una deriva pericolosissima e sotto certi aspetti inaspettata (almeno per quanto mi riguarda) quella della cosiddetta “sinistra liberal” che preoccupa o quanto meno dovrebbe preoccupare, non tanto e non solo per lo smaccato antisemitismo, quanto piuttosto perché getta le basi di quel “potere islamico” al quale mirano gli islamisti.

    E bisogna fare attenzione perché un conto è che questo percorso venga intrapreso da movimenti islamici in paesi geopoliticamente ininfluenti, un conto è che prenda piede negli Stati Uniti, cioè nella più grande potenza mondiale.

    Non sono notoriamente un estimatore del Presidente Trump, tuttavia gli va dato atto di aver capito la complessità e la pericolosità di questa deriva, se è vera la notizia che vorrebbe mettere fuorilegge la Confraternita della Fratellanza Musulmana, cioè il movimento che controlla tutto il cosiddetto “Islam politico”.

    Come ho avuto modo di dire in un’altra occasione, si rischia di allevare in seno il nuovo Stato Islamico, e bisogna fare molta attenzione e soprattutto fare distinzione tra la legittima pretesa dei movimenti islamisti di essere rappresentati politicamente e la loro ideologia nonché i loro reali obiettivi.

    Il rischio è che il sistema democratico occidentale, soprattutto quello americano, venga usato per “infiltrare” una ideologia solo apparentemente “aperta” come potrebbe essere un islam laico e progressista, che esiste al di la degli stereotipi, con una idea che al contrario non solo è antisemita e razzista, ma che pur partendo dalla sinistra è decisamente fascista.


    www.rightsreporter.org
     
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    L’ignoranza e il fanatismo di Ilhan Omar in merito ai razzi lanciati da Gaza
    di Alan M. Dershowitz | L'Informale - 8 Maggio 2019

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    Tutte le persone perbene dovrebbero essere indignate per i gruppi terroristici della Striscia di Gaza che hanno lanciato 698 razzi contro i civili israeliani, uccidendone quattro, ferendone 234 e traumatizzando migliaia di bambini innocenti. Proviamo a immaginare cosa farebbero altri paesi, compresi gli Stati Uniti, se razzi letali colpissero la loro popolazione civile. Eppure, Israele ha reagito con moderazione. A dire il vero, 30 palestinesi sono rimasti uccisi e 154 feriti dai tentativi israeliani di fermare la pioggia di razzi. Molti di questi erano terroristi, ma alcuni erano civili che sono stati coinvolti in una situazione di pericolo dai terroristi.

    Questi morti e feriti sono stati causati dalla tattica impiegata da Hamas e dalla Jihad islamica e che consiste nel porre intenzionalmente i loro lanciarazzi in zone densamente popolate – scuole, ospedali e moschee – per massimizzare il numero delle vittime nella popolazione civile araba. Questa è stata definita come la strategia del “bambino morto” o della “CNN”. L’obiettivo è far sì che la CNN e altri media mostrino i bambini e altri civili che le contromisure israeliane hanno inavvertitamente ucciso nel tentativo di impedire ai missili lanciati dai terroristi di uccidere i bambini israeliani e altri civili.

    Purtroppo, questa strategia funziona, perché secondo la logica dei media “se c’è sangue, c’è notizia”. I mezzi di comunicazione visiva amano mostrare i bambini morti e feriti, ma così facendo in realtà incentivano il numero di tali vittime facendo il gioco dei terroristi.

    Anche la congressista Ilhan Omar incoraggia il lancio di razzi da parte di Hamas e della Jihad islamica biasimando le vittime israeliane per ciò che lei chiama “ciclo di violenza”, anziché ritenere responsabili Hamas e la Jihad islamica per aver avviato la violenza terroristica contro gli innocenti civili israeliani.

    In un tweet scritto a seguito della raffica di razzi, la Omar giustifica i doppi crimini di guerra commessi dai terroristi che colpiscono i civili israeliani mentre utilizzano i civili palestinesi come scudi umani e si chiede retoricamente quanti “razzi devono essere lanciati e quanti bambini devono essere uccisi sino a quando non avrò fine questo ciclo infinito di violenza?” Ciò implica che questi crimini di guerra sono giustificati da ciò che lei definisce come “l’occupazione e la crisi umanitaria di Gaza”.

    La Omar non si rende conto che Israele ha messo fine alla sua occupazione di Gaza nel 2005, quando rimosse ogni soldato e ogni colono da quell’area? Gaza avrebbe potuto diventare la Singapore del Mediterraneo, con il suo porto e la sua ubicazione. Gli israeliani hanno lasciato serre e altri impianti. L’Europa e il Qatar hanno riversato denaro nella Striscia di Gaza. Ma Hamas – che ha forzatamente preso il posto dell’Autorità palestinese – ha deciso di trasformarla in un grande lanciarazzi. Invece di usare le risorse appena acquisite per fornire benefici umanitari ai suoi abitanti, le ha utilizzate per costruire tunnel del terrore e missili che hanno colpito i civili israeliani. Ciò ha costretto Israele a prendere delle contromisure per proteggere i propri cittadini. Usare “l’occupazione” – e non c’è più alcuna occupazione – come giustificazione del perché “i razzi devono essere sparati” equivale a mostrare ignoranza e fanatismo.

    E la Omar non è la sola a incolpare Israele degli attacchi missilistici contro la sua popolazione civile. Il Comitato anti-discriminazione arabo-americano (Adc) ha rilasciato una dichiarazione che condanna Israele per aver “colpito e ucciso i civili palestinesi, tra cui bambini e neonati”. Irresponsabilmente, mai una volta ha menzionato il lancio di 698 razzi, secondo le regole di Gaza, che hanno colpito i civili israeliani e non ha mai parlato della triste realtà che Hamas e la Jihad islamica usano intenzionalmente “i civili palestinesi, inclusi i bambini e i neonati” come scudi umani per aumentare il numero di civili palestinesi che vengono inavvertitamente uccisi o feriti dai legittimi sforzi di Israele per proteggere i propri civili da attacchi missilistici illeciti.

    Il conflitto a Gaza potrà solo peggiorare se il terrorismo sarà incoraggiato dalle menzogne degli atti e delle omissioni della Omar, dell’Adc e di altri sostenitori di Hamas e della Jihad islamica. Tutte le persone perbene devono cercare di scoraggiare gli attacchi contro la popolazione civile sferrati con i razzi lanciati dai terroristi e dai tunnel del terrore. Un buon inizio sarebbe dire la verità.

    Scrivo queste parole da Israele, che sta ora commemorando i numerosi soldati che sono caduti durante i suoi anni di lotta contro coloro che avrebbero distrutto lo Stato-nazione del popolo ebraico. Israele sta anche celebrando il suo 71° anno di indipendenza. Nessuna nazione ha dato un tale enorme contributo all’umanità in un lasso di tempo così breve. Nessuna nazione di fronte a minacce come quelle affrontate da Israele ha mai mostrato un maggiore rispetto dei diritti umani e dei principi dello Stato di diritto o una maggiore preoccupazione di evitare perdite di civili. Il mondo dovrebbe unirsi a Israele nella celebrazione dei suoi 71 anni di indipendenza. Il mondo dovrebbe anche riconoscere che se i nemici di Israele smettessero di attaccare i suoi cittadini ci sarebbe la pace. Ma se Israele smettesse di difendere i propri cittadini ci sarebbe il genocidio.

    Informazioni su Alan M. Dershowitz sno disponibili sul sito www.linformale.eu
    Traduzione in italiano di Angelita La Spada
     
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