L'Islam radicale sta vincendo. Sono gli ultimi giorni dell'Europa giudaico-cristiana

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    אילון

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    "L'Islam radicale sta vincendo. Sono gli ultimi giorni dell'Europa giudaico-cristiana"

    Intervista a Boualem Sansal, scrittore-coraggio minacciato di morte. "Non lascio la mia terra. Le sinistre accelerano in tutta coscienza la caduta dell'Europa, frutto maturo conquistato dall'interno"
    Giulio Meotti




    Le Monde e l’Obs lo chiamano “il dissidente che sorride”. Libération, il “solitario in lotta contro l’islamismo”. Per altri, il “Voltaire algerino”. Boualem Sansal con il romanzo 2084 è finito “in tutte le liste nere”, in patria e in Europa. Un morto che cammina, in attesa che il suo nome venga depennato da quelle liste come un altro famoso scrittore algerino, il suo amico Tahar Djaout, che scrisse “il silenzio è la morte, se taci muori e se parli muori, allora di' e muori”? Sansal ha scelto. Resta in un piccolo villaggio in Algeria, Boumerdès, ma pubblica per il più grande editore europeo, Gallimard, la maison della letteratura del XX secolo. Sansal ha subìto il boicottaggio dei paesi arabi, furiosi per la sua partecipazione al Festival degli scrittori di Gerusalemme, e per questo gli hanno tolto il prestigioso Prix du Roman Arabe. I media algerini lo chiamano la “geisha dei francesi e dei sionisti”. In pratica è come mettergli un bersaglio nella schiena.

    Ogni sua parola ti arriva dritta alla testa e al cuore, va letta, riletta e pesata, impossibile scansarle, come si fa con le parole dei più, moleste, inutili, nocive. E quando voglio capire a che punto siamo durante un evento-cesura della civiltà, sento il bisogno di intervistarlo. Ho conosciuto e intervistato molti scrittori e intellettuali, ma pochi, pochissimi come Sansal.

    L’Iran è razionale o messianico?

    L’Iran è sempre stato un grande paese e una grande civiltà. Non c’è dubbio che sia uno stato razionale e strategicamente efficiente. Nonostante l’embargo occidentale, è riuscito a mantenere un alto livello di sviluppo scientifico, industriale e militare, grazie al quale è diventato un venditore di armi moderne. Il problema è che, con la rivoluzione di Khomeini, è diventata una teocrazia con la missione messianica di governare l’Islam, unificarlo e lanciarlo alla conquista del mondo. Il suo progetto nucleare è concepito per questo obiettivo. La sua convinzione è che se riuscirà a distruggere Israele, tutti i paesi musulmani passeranno sotto la sua bandiera e formerà il più grande impero del mondo, con due miliardi di seguaci.

    Che fare?

    Le società occidentali sono diventate fluide. Mangiamo quando abbiamo fame, dormiamo bene, siamo tranquilli, la nostra ansia diminuisce. Di conseguenza, le ‘difese immunitarie’ dei loro cittadini si indeboliscono. L’Occidente lavora ormai solo per il breve termine, mentre la Repubblica islamica dell’Iran ha affidato al governo il breve termine e ora si occupa esclusivamente del medio e lungo termine. L’islamizzazione del mondo è pianificata e organizzata nell’arco di un secolo. L’unica soluzione è abbattere questo regime prima che si doti di armi nucleari, che lo renderebbero completamente immune da qualsiasi minaccia, come è riuscita a fare la Corea del Nord, che ora deride l’Occidente mentre la Corea del Sud spende tutte le sue energie per scimmiottare l'Occidente e produrre gadget. È nell’interesse dell’Occidente ritrovare il senso di responsabilità, che è sempre a lungo termine. È testa o croce. Ci piace ricordare questi due grandi cavalieri che combatterono fino allo stremo delle loro forze per la santa Gerusalemme: il re Baldovino IV di Gerusalemme, detto il Lebbroso, e il sultano Saladino, soprannominato in Europa il Cavaliere dell’Islam. Oggi la violenza e il terrore sono guidati da armi molto più terribili delle balestre e delle catapulte del passato. Uccidono a distanza, in ritardo, in massa, indiscriminatamente e, per di più, creano uno spettacolo permanente nei media. Dai tempi antichi è sopravvissuto solo il coltello, la spada dei poveri e degli psicopatici. Gli islamisti amano la tecnologia, è magica, afrodisiaca, incita, eccita e dà un enorme impulso alla jihad. Monitoriamo i vicini schedati per terrorismo, ma chi controlla gli ingegneri chimici e gli scienziati atomici?

    Lei ha scelto di restare in Algeria…

    Vivevo in un mondo rassicurante. Ho insegnato, ho fatto ricerche di laboratorio, mi sono nutrito di matematica. La dittatura mi era invisibile poiché non ne soffrivo, non direttamente. Poi arrivò la guerra civile e distrusse ciò che la burocrazia e l’economia socialista non avevano ancora distrutto. Cosa fare? Potrei tutelarmi molto facilmente, mi costerebbe solo il biglietto aereo. Potrei stabilirmi nel settimo arrondissement di Parigi e passare la giornata in un bar a parlare di letteratura. Ma sarebbe egoista, perché chi protegge i miei figli? Ho esitato a lungo, tra la fuga e il restare. Ho vissuto questa dolorosa via di mezzo, poi ho deciso di restare e combattere, ma l’islamismo si è affermato ovunque. Vivo in Algeria in una piccola città. Quaranta anni fa i musulmani praticanti non rappresentavano il 10 per cento degli algerini. Vi ricordo che negli anni '80 l'Algeria era un paese socialista. Dall’Arabia Saudita è poi arrivato l’islamismo, che ha sconvolto profondamente la società e ci ha portato a quindici anni di guerra civile. Poi c'è stata la pace ma nel frattempo l'Islam ha inghiottito l'intera società. Oggi, anche nei quartieri abitati da professori universitari o da una certa élite intellettuale, nove residenti su dieci vanno alla moschea e bussano alle porte di chi non ci va. Permettetemi un aneddoto. Avevo un amico algerino, laico, casual, burlone. Ci siamo persi di vista per vent'anni e poi ci siamo incontrati all'aeroporto. Quando ho proposto di ‘bere qualcosa’, mi ha detto di no: era diventato musulmano.

    Lei ha definito Israele il “villaggio gallico”.

    Asterix racconta l'eroica e interminabile lotta di un piccolo villaggio gallico nel centro della Gallia, conquistato dalla potente Roma. Allo stesso modo, Israele è circondato da Paesi arabi che cercano di farlo sparire. Il suo scandalo è proprio quello di esistere e di aver sconfitto gli eserciti arabi uniti contro di lui. Questo è visto come un'umiliazione suprema per gli arabi, i musulmani, Maometto e Allah. Hamas non esiterebbe un secondo a gassare l’intera popolazione israeliana se ne avesse il potere.

    L’Europa sembra in catalessi.

    La grande civiltà europea, costruita sulle conquiste civilizzatrici ai quattro angoli del globo, ha raggiunto un tale livello di benessere da permettersi di vivere come i ricchi rentier che portano la loro noia e furfanteria di località in località. Passata dal feudalesimo allo scintillante Rinascimento, poi dall'Illuminismo al postmodernismo wokista, la civiltà europea è giunta alla fine. L'Europa ora è un grande scandalo: la prima potenza economica e culturale del mondo, ma la sua ultima potenza diplomatica e militare. Oggi sta cadendo come un frutto maturo nelle braccia di due dittature, Russia e Cina, e dell’islamismo. ‘Delenda Europa’ è il loro programma comune.

    Il pogrom del 7 ottobre, i Talebani che tornano a Kabul, l’islamizzazione europea e ora l’Iran. È un momento storico per l’Islam radicale?

    L’Islam radicale ha già vinto e l’Europa giudaico-cristiana sta vivendo i suoi ultimi giorni. I suoi ecologisti, i suoi wokisti, le sue sinistre stanno accelerando la sua caduta in tutta coscienza.

    È convinto che la civiltà occidentale sopravviverà a questa sfida o che si trasformerà alla fine di questa guerra di attrito?

    Per il momento la diagnosi è stata fatta e le cose peggiorano di giorno in giorno. Ciò che è veramente triste è che ciò che è perduto non viene mai ritrovato. L’entropia e il tempo, che non indietreggia mai né sospende il suo volo, non lo permettono. Anche le civiltà stanno morendo e il mondo occidentale è sull’orlo delle lacrime. In molti dei suoi territori è ritornata alla polvere delle prime epoche. Non credo che gli europei ricorreranno alla violenza; preferiscono continuare a credere che il problema si risolverà da solo. In realtà, nessuno sa come lottare contro questa islamizzazione dei popoli che sta insidiosamente trasformando l'Europa. Gli stessi paesi musulmani non sanno come sconfiggere l’Islam radicale, che affascina le persone e le attrae come una calamita. Le conversioni procedono a ritmo serrato. L’Europa viene conquistata dall'interno.
     
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