Torah orale e Torah scritta, TaNaKh, Miqrà, Chumash (Cumash), Sepher Torah

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    "Il rabbino è soprattutto un Maestro e ad esso si può ricorrere in ogni momento, senza peritarsi, senza timore di disturbarlo, perchè egli non attende altro che di essere interpellato, di poter portare la luce del suo insegnamento laddove esiste incertezza o ignoranza.

    Questo deve essere compreso da tutti: ogni ebreo ha il diritto di interpellare il Rabbino ed il Rabbino ha il dovere di rispondere ad ogni domanda."

    "Il Rabbinato [...] desidera far sentire la sua presenza in ogni casa ebraica onde ognuno sappia che esso è pronto a mettersi a disposizioni di chiunque ricerchi la sua opera, il suo intervento, la sua parola chiarificatrice, il suo insegnamento."


    (Rabbino Capo di Roma Elio Toaff, Elul 5725)


    Potete trovare la Torah del giorno in italiano (con audio in ebraico: in basso a sinistra)
    qui >> https://libri.levy.it/almanacco/
    insieme, nella medesima pagina a:
    - commenti del giorno sulla Torah con PDF da scaricare (in basso)
    - orari di preghiera del giorno (in alto a dx)
    - salmo del giorno con PDF scaricabile e AUDIO (a dx)
    - Kitzur Shulchan Aruch del giorno
    - Mitzvot del giorno


    torah




    La tradizione orale della Torah o Torah Orale è
    תורה שבעלפה / Torah she-bi-al-peh
    ed è stata resa poi scritta nella תורה שבכתב / Torah she-bi-khtav,
    nel תלמוד / Talmud,
    ed in altri testi.

    Il primo approccio dell'ebreo alla Torah è di tipo orale, e questo anche nella storia, non solo nella propria esistenza e nella pratica personale e comunitaria, poichè
    lo scritto - la Torah scritta - תורה שבכתב / Torah she-bi-khtav
    è giunta dopo un processo di trasmissione orale di insegnamenti precedente, anche alla consegna delle "Tavole della Legge" da parte di D-o a Mosheh. Un lungo processo di trasmissione orale di insegnamenti (così appunto insegna e trasmette la tradizione orale) che inizia con Noè נֹח נוח / traslitt. Nôach / Modern Noaẖ / Tiberian Nōăḥ / anche Nœ / No`âh ), per attraversare la vita dei Patriarchi, da Abramo in poi.

    Dunque l'approccio ebraico è quello dell'udire, ascoltare, e ripetere:
    ciò che è stato udito e che necessita di essere ripetuto.


    Miqra sarebbe dunque una parola chiave.
    E' un altro termine con cui viene chiamata la
    תורה שבכתב
    ovvero il תנך / Tanach:

    מקרא / Miqra
    parola ebraica derivata da קרא / Kärä
    che significa "quello che viene letto".

    Secondo alcuni [da verificare],
    anche o "quello che deve essere letto"
    o ripetuto o ri-letto


    Nell'espressione
    תורה שבכתב / Torah she-bi-khtav
    khtav è part. pass. = "scritto".

    Esiste un terzo termine applicato alla Torah:
    la Torah תורה שבכתב viene anche chiamata Chumash / חומש
    (Chu da leggere come Cu in italiano: Cumash o Kumash)
    (deriva dal termine chamesh (fem.) / Chamisha (masc.) = 5, cinque libri)
    o Sefer Torah ספר תורה
    plurale Sefarim ספרים .

    L'ebreo, entra in rapporto non tanto con la scrittura ma con la Miqrà, cioè con la lettura, e di conseguenza con l'ascolto, altro termine per designare il Tanàkh, quando è considerato per la declamazione e interpretazione.

    Ascolta una lettura, in lingua originale, e dunque entra immediatamente in contatto con i suoni della lingua.

    La ascolta, in Sinagoga, per giunta cantillata, ovvero cantata, fatto - questo - che agevola la memoria.

    E non soltanto:

    quando non ascolta la lettura di un altro, ma legge, non si tratta di una lettura silenziosa, ma ad alta voce, o perlomeno sussurrata, e quindi ancora si ripetono dei suoni e vengono ascoltati.

    Tuttavia contrariamente ad altre tradizioni religiose è prescritto che la Torah Scritta,
    ovvero il תנך / TaNaCh / TaNaK
    venga sempre letto.


    L’assunzione di una lingua comporta sempre, in qualche modo, anche la
    visione del mondo e della vita di cui una lingua è impregnata e di cui è veicolo.


    Patrizio Rota Scalabrini su bicudi.net




    Il termine ebraico Tanàch / Tanàk / TanàKh
    è un acronimo:

    T-N-Kh

    T = תורה / Tôrāh / Insegnamento
    N = נביאים / Nebi’îm / Profeti [ ב = b / v ]
    Kh = כתובים - Chetûbîm / Scritti /


    I testi che compongono il TaNàKh dunque sono


    TORAH (la Legge o il Pentateuco o i cinque libri di Mosheh)

    תורה - Tôrāh


    בראשית - Berešît (Bereshit) - (Genesi)

    שמות - Šemôt (Shemot) - (Esodo)

    ויקרא - Wayiqrâ - (Levitico)

    במדבר - Bamidbar o Bamidvar - (Numeri)

    דברים - Debarîm o Devarîm - (Deuteronomio)



    NEVI'IM (Profeti)

    נביאים - Nebi’îm (o Neviìm)

    יהושע - Yehoshua - (Giosuè)

    שופטים - Šofetîm (Shofetìm) - (Giudici)

    שמואל - Shemuel - (1-2 Samuele)

    מלכים - Melakhim - (1-2 Re)

    ישעיהו - Yeshayahu - (Isaia)

    ירמיהו - Yirmeyahu - (Geremia)

    יחזקאל - Yehezkel - (Ezechiele)

    + Dodici profeti minori:

    Hoshea (Osea) - Yoel (Gioele) - Amos (Amos) - Ovadya (Abdia) - Yonah (Giona) - Mikha (Michea) - Havakkuk (Abacuc) - Nahum (Naum) - Haggay (Aggeo) - Tsefanya (Sofonia) - Zekharya (Zaccaria) - Malaki (Malachia)



    KETUVIM (Scrittii)

    כתובים - Ketûbîm


    תהלים - Tehillîm - (Salmi)

    איוב - Iyov - (Giobbe)

    משלי - Mishle - (Proverbi)

    רות - Rut - (Rut)

    שיר השירים - Šîr haššîrîm - (Cantico dei Cantici)

    קהלת - Qohelet - (Qoeley)

    איכה - ’êkâ - (Lamentazioni)

    אסתר - Ester - (Ester)

    דניאל - Daniyel - (Daniele)

    עזרא - נחמיה - Ezra-Nehemya - (Esdra-Neemia)

    דברי הימים - Dibrê hayyāmîm - (1-2 Cronache)

    Edited by yesyes - 17/11/2019, 18:04
     
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    Torah Scritta e Torah Orale




    Sintesi di un 3D su Forum Biblico Ebraico (link in calce)
    (avvertim.: può darsi che non tutti i quote siano riportati correttamente, ma non è importantissimo)


    CITAZIONE (Cochav YaM @ 15/2/2009, 23:26) 
    4 domande:

    1) E' vero che della Torah Orale ne parla la stessa Torah Scritta?

    2) E' possibile basarsi solo sulla Torah Scritta per dedurne leggi e comandamenti in modo rigido senza alcun ausilio di tradizioni orali?

    3) Quali cambiamenti ci sarebbero rispetto alla halachah odierna?

    4) Sapete quanti comandamenti incomprensibili ci sono nella Torah Scritta che sarebbero inutilizzabili senza una dovuta esplicazione?

    CITAZIONE (Negev @ 16/2/2009, 10:47) 
    In risposta alla domanda n. 2:
    Non e' assolutamente possibile la comprensione della Torah scritta senza l'apportò di quella orale.

    CITAZIONE (paola860 @ 16/2/2009, 15:21) 
    Mosè non ricevette solo la Torah scritta ma anche un insegnamento orale (Torah orale), pertanto si integrano reciprocamente.

    L'insegnamento orale che ricevette Mosè si potrebbe paragonare alla visione di Ezechiele, il quale l'Eterno gli fece mangiare il rotolo e poi disse:
    và dagli Israeliti e riferisci loro le mie parole;
    ovviamente le parole del rotolo che aveva mangiato.

    CITAZIONE (Abramo @ 16/2/2009, 18:19) 
    In risposta alla prima domanda:
    La Toràh parla di chukkim e mishpatim.
    Chukkim significa incise, dunque scritte.
    Mishpatim significa giudizi orali, da safàh=lingua, labro.

    CITAZIONE (isabella @ 17/2/2009, 00:58) 
    Nel Pentateuco compare più volte il plurale di Torah, Torot, attraverso questa base scritturale si può dedurre che già all'interno stesso della Torah scritta è compresa l'esistenza della Torah orale.

    CITAZIONE (isabella @ 18/2/2009, 02:21) 
    E' necessario l'intervento della Torah orale per poter mettere in pratica la Torah scritta, è dunque impossibile, secondo i maestri di Israele parlare di una precedenza cronologica della legge scritta rispetto a quella orale .
    Nella sua totalità di sapienza divina la Torah è concepita come un unico inscindibile le cui parti sono ab origine nella mente di D-o.
    Es.: Nella Torah è più volte presente il concetto di acquisto (cf. ad esempio a proposito dello schiavo Es.21,2) senza però che ne venga mai esplicitata la procedura, è evidente che una regola era diffusa, come conferma la presenza di transazioni in vari testi biblici: la regola era la applicazione della legge orale sull'argomento.
    Stessa considerazione può essere fatta a proposito del digiuno del Kippur sul quale non esiste nella Torah scritta alcun accenno se non quello "affliggerete le vostre persone" (cf. Lv. 16,29-31): è la tradizione orale che integra il testo esplicitandone il significato ed istituendo il digiuno.

    CITAZIONE (Abramo @ 19/2/2009, 15:04) 
    CITAZIONE (Cochav YaM @ 15/2/2009, 22:26)
    1) E' vero che della Torah Orale ne parla la stessa Torah Scritta?

    Certamente.

    Ci sono dei casi come nelle parashot hamekoshesh, benot Zelofchad e Pesach shenì ove Moshè rabbenu non trovò sufficienti spiegazioni nella Toràh shebe'al Pe (Toràh Orale) tale che fu costretto a chiedere spiegazioni alla Divinità, che ottenne per via orale.

    Abbiamo dunque i primi esempi delle due torot proprio nel corpo del racconto scritto della Torà scritta.

    Non dimentichiamo, oltre ogni credenza religiosa, che il sefer Toràh oggi in nostro possesso è una rielaborazione di 'Ezra hasofer perché come testimonia il Talmud: "la Toràh era stata dimenticata".

    La catastrofe universale durante la distruzione del primo tempio causò danni a dir poco irreparabili.

    Il concetto della dimenticanza e della ricostruzione non vale però per la Toràh orale, che anzi fu determinante per la ricostruzione della Toràh scritta.

    Oltre agli esempi biblici della stessa Toràh Scritta, al chiaro senso dei termini come chukkim, mishpatim e torot, che testimoniano chiaramente l'esistenza della Torà Orale, come prova il Talmud riporta anche le parole di Esodo 34:27 dove è detto che il Patto fra D-o Moshè e il popolo di Israel si fonda in base alle spiegazioni orali basate sulle parole scritte della Toràh.

    Un Patto di una tale entità dove un popolo diviene una Nazione con l'acquisizione di diritti ad una terra e compiti di redenzione universale, non poteva certo fondarsi solamente su una "carta scritta", dove qualunque popolo avrebbe potuto sostituirsi ed affermare che le cose descritte furono dette a fovore proprio, come di fatto avvenne nel Cristianesimo con la "teologia della sostituzione" dove ogni leggittimità è stata tolta al popolo di Israel (tranne ciò che riguarda le maledizioni descritte per il mancato adempimento) a favore di una sostituzione.

    La Toràh orale è il vero segno di identificazione del popolo scelto per i compiti sacerdotali descritti nella Toràh Scritta e senza questa trasmissione orale non è possibile sostituirsi al popolo di Israel ed essa rimane segreta, proibita a scriversi, proprio per questa ragione per far si che un altro popolo venga e si sostituisca dicendo di essere questo il vero popolo di Israel cui sono destinate quelle parole, diritti e doveri.


    CITAZIONE
    2) E' possibile basarsi solo sulla Torah Scritta per dedurne leggi e comandamenti in modo rigido senza alcun ausilio di tradizioni orali?

    Questo è assolutamente impossibile perché le due torot furono date insieme, contemporaneamente perché l'una completasse l'altra.

    Infatti molte leggi non sono complete, mancano gli elementi principali per consentire di essere applicate, tale che il solo possesso della Toràh Scritta è completamente inutile e inutilizzabile.

    Serve solo per scorgervi delle solenne dichiarazioni, punizioni e promesse, che di fatto non possono essere applicate nella pratica.

    Gli stessi Zudokim avevano il sefer ghezirot su cui si basavano per applicare il diritto ebraico della Toràh Scritta, loro si opposerò non propriamente all'esistenza della Toràh Orale, come spesso viene erroneamente insegnato, ma al fatto che non si poteva lasciare completamente orale ciò che si doveva usare per il diritto esecutivo e infatti loro scrissero una buona parte della Toràh Orale e la usarono.

    Abbiamo testimonianza anche nel rotolo del Tempio scoperto a Qumran dove gli adepti facevano risalire all'esposizione del Sinai le loro interpretazioni.

    I Karaim, anche se sono un piccolo gruppo di irrilevante importanza, anche loro non riuscirono ad applicare la Toràh e ricercarono alla fine delle tradizioni per dare delle spiegazioni alla Toràh Scritta. Da ciò che la Toràh Scritta senza quella Orale non può sussistere.

    CITAZIONE
    3) Quali cambiamenti ci sarebbero rispetto alla halachah odierna?

    Molti, e alcuni anche gravissimi come quelli che riguardano le "arraiot" (proibizioni sessuali), che non sono affatto chiare, ne chiare sono le punizioni senza l'ausilio della Toràh orale.

    Il detto per esempio: "non cuocerai il capretto nel latte di sua madre" è un'espressione il cui senso è solo allegorico e significa letteralmente: non cuocere, ne mangiare insieme latte e carne.

    A parte poi che se eliminiamo ogni tramandazione orale compresa quella masoretica di lettura leggeremo forse chelev (=grasso) e non chalav (=latte), invece di capretto, organo animale in senso generico, e l'interpretazione si farebbe davvero molto complicata.

    CITAZIONE
    4) Sapete quanti comandamenti incomprensibili ci sono nella Torah Scritta che sarebbero inutilizzabili senza una dovuta esplicazione?

    Come abbiamo detto al primo posto le proibizioni sessuali, poi le modalità di codice penale che per l'esecuzione prevede due testimoni e un preavvertimento, condizione inprescindibile quest'ultimo.

    Poi ci sarebbero le regole per il divorzio, per il matrimonio, alimentari etc. etc.

    CITAZIONE (Negev @ 22/2/2009, 13:48) 
    uno scritto di Rav gabriel Levi, Rabbino e neuropsichiatra infantile tratto da:
    www.morasha.it/zehut/gvl05_farisei.html

    Nel '700, David Nieto ha scritto un saggio che ha intitolato "Il Secondo Kuzarì" . L'ipotesi di David Nieto è che Iehudàh ha-Levì nel suo Re dei Kazari aveva lasciato la discussione a metà, perché aveva difeso il valore della toràh scritta ma non si era pronunciato sul valore della toràh orale. Secondo David Nieto, la toràh orale che nella nostra memoria storica è strettamente collegata con la produzione trascritta dei maestri farisei, è la fonte primaria del pensiero religioso ebraico. La toràh è stata data agli ebrei prima oralmente e poi per iscritto. Il patto fondamentale tra D-o e gli ebrei è il patto della tradizione orale di cui, come affermano la Mishnà ed il Talmud, sono garanti i maestri del midràsh. Il patto della toràh orale è quello specifico del popolo ebraico con D-o, mentre in un modo o nell'altro la toràh scritta è patrimonio di tutta l'umanità. E' interessante questa messa a fuoco: secondo David Nieto il pensiero ebraico non sarebbe comprensibile senza il pensiero dei maestri farisei. La Legge Scritta si basa sulla Legge orale e non viceversa. Il primato della toràh orale sulla toràh scritta apre una serie complessa di scoperte: il confronto principale diventa quello tra giogo della Legge e libertà della Legge.
    Settembre 1998

    .

    CITAZIONE (Elisha Kimron @ 23/2/2009, 14:08) 
    CITAZIONE (Abramo @ 19/2/2009, 17:50)
    CITAZIONE (Elisha Kimron @ 19/2/2009, 17:41)
    La Torah orale la proibisce e la Torah scritta paradossalmente sembra permetterla stando allo scritto e all'assenza di una proibizione esplicita. Ci si deve ottenere alle proibizioni esplicite o si deve ragionare per dedurne altre che esplicite non lo sono?

    Ma anche così ragionando sulla Toràh Scritta non si arriverebbe in capo a niente lo stesso, lì è necessario proprio la Toràh Orale, senza di quella non c'è proprio niente da fare. Per non parlare delle punizioni da applicare ai trasgressori (mi riferisco alla proibizione di sposare madre e figlia), qui si rischia di mettere al rogo innocenti basandosi esclusivamente sulla Toràh Scritta, senza l'intervento della Torà Orale e queste cose anche i Sadducei le sapevano bene. A più tardi.

    E' possibile dedurlo, alla proibizione di sposare madre e figlia [... cfr. post a tema incesto]

    CITAZIONE (Elijah Six @ 24/2/2009, 18:51) 
    1) Come mai si è messa per iscritto la Torà orale?
    (Se non ricordo male vigeva il divieto di metterla per iscritto)

    2) A quando risale la Torà orale?

    (Al riguardo sarebbe interessante segnalare tutte le varie opinioni esistenti, e non solo la tesi sostenuta ad esempio dagli ebrei ortodossi, i quali fanno risalire la Torà orale a Mosè, alla rivelazione ricevuta sul Sinai. Ci sono ebrei se non sbaglio che affermano tranquillamente ad esempio che la Torà orale sia sorta e sia stata creata solo dopo il I sec. d.C., dopo la distruzione del Tempio a Gerusalemme - questo non significa però che sia da buttare via o inutile per comprendere il pensiero ebraico, anzi, tutt'altro)

    Non bisogna infine nemmeno ignorare il fatto che la stessa Torà orale può risultare di difficile compresione (di sicuro per gli Occidentali che si approcciano ad essa che non hanno lo stesso background degli ebrei), e non solo la Torà scritta.

    Infine non sarebbe male definire/inquadrare termini come Mishnà, Tosefta, Ghemarà, Talmud (babilonese e gerosolimitano), ecc. tutte ovvietà per gli ebrei, ma non tanto per gli occidentali.

    CITAZIONE (Cochav YaM @ 24/2/2009, 21:02) 
    CITAZIONE
    Ci sono ebrei se non sbaglio che affermano tranquillamente ad esempio che la Torà orale sia sorta e sia stata creata solo dopo il I sec. d.C.

    E' insostenibile! Se esiste un'opinione così è da veri ignoranti.
    Abbiamo il libro di Daniel e i libri dei profeti posteriori che contengono parte della Torah Orale.

    CITAZIONE (Cochav YaM @ 25/2/2009, 22:00) 
    CITAZIONE (mErA @ 25/2/2009, 18:51)
    Secondo l'Ebraismo la Torah orale fu donata da Dio a Moshè sul Sinai, ma cosa significa?

    Significa che una parte della Torah fu scritta e un'altra parte rimase orale per dare la legittimità solo al popolo che l'ha ricevuta di poterla utilizzare e impedire che i goym si sostituiscano al popolo di Israele.
    Elisha ha postato un verso del Pentateuco che da l'esclusiva legittimità ad un giudice nominato nel tempo con il potere di applicare la Torah.
    Il modello di questo giudice è lo stesso Mosè che operava, non solo in base alla Torah scritta, ma anche con altre aggiunte orali.
    Il Pentateuco, che fu ricostruito da Ezra dopo l'esilio babilonese, ci mostra due torot, una scritta e una spiegazione orale impartita da D-o per poter applicare la Torah scritta.

    CITAZIONE (Negev @ 1/6/2009, 01:56) 
    La Torah orale ha degli aspetti segreti solo per livelli molto elevati e di pertinenza della Kaballah.
    Vi sono effettivamente alcuni argomenti che vengono tramandati da sempre dal Maestro ad uno solo, il migliore, dei talmidim.
    Ma generalmente le chiavi di lettura sono aperte a tutti gli studiosi di Torah, che con sincerità e purezza di cuore affrontano lo studio.
    E' chiaro che, date le immani e millenarie persecuzioni, vi sia stata reticenza e proibizione di trasmettere ai goym le chiavi di lettura.

    __________________________________________

    CITAZIONE (autori vari @ 27/5/2009, 17:57) 
    La Torah orale non è [...] segreta. E' solo non raccontata ai Goym.
    E [...] anche un ebreo convertito [...] rispetterebbero l'obbligo di non trasmettere ai Goym la Torah orale

    ____________________________

    La Torah orale ha degli aspetti segreti solo per livelli molto elevati e di pertinenza della Kaballah.
    Vi sono effettivamente alcuni argomenti che vengono tramandati da sempre dal Maestro ad uno solo, il migliore, dei talmidim.
    Ma generalmente le chiavi di lettura sono aperte a tutti gli studiosi di Torah, che con sincerità e purezza di cuore affrontano lo studio.
    E' chiaro che, date le immani e millenarie persecuzioni, vi sia stata reticenza e proibizione di trasmettere ai goym le chiavi di lettura.
    Occorrerebbe anche sapere se tra gli sporadici convertiti [...]) quanta Torah si conoscesse realmente.

    ____________________________

    Sta scritto che è proibito trascrivere la Torah orale, ma i maestri sfidarono quest'obbligo e la trascrissero.
    Da qui forse nasce l'illusione posteriore che esista altro, oltre a quello che è stato scritto, e che sia qualcosa di segreto.

    ____________________________

    Da qui invece nasce tutt'altra cosa e cioè <b>scrivere questa Toràh Orale in modo tale che pur essendo scritta rimanga orale. Il goi che la legge non saprebbe distinguere il giusto dall'errato perché disconosce il mondo ebraico, i modi e le espressioni ebraiche.
    Inoltre esiste un sapere ebraico tramandato solo oralmente e questa è la Kabalà [...]

    sintesi tratta da http://forumbiblico.forumfree.it/?t=36905318
     
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    E' preferibile leggere il Sepher Torah
    piuttosto che mandarlo a memoria



    CITAZIONE (MaRcK0 @ 1/2/2011, 16:21) 
    ho per ora un paio di domande su brani del Kitzùr Shulchan Arùch [...]

    1. se non ricordo male al capitolo 26 (24 - 25 o 26 ora non ricordo) quando parla del rispetto da portare al Sefer Torah dice anche che è vietato imparare a memoria dei versi della Torah.

    perchè?

    CITAZIONE (Abramo @ 2/2/2011, 13:30) 
    Perché il Sefer Toràh è Toràh scritta ed è obbligatorio guardare le lettere perché queste, secondo la tradizione, trasmettono altri messaggi oltre quelli della semplice lettura.

    Il sefer Toràh non ha segni vocalici e dunque guardando la scrittura si intuiscono altre letture ed allusioni che è impossibile nel contempo pronunciarle verbalmente.[che sarebbe impossibile pronunciare tutte contemporaneamente]

    La Torà anticamente era concepita come un codice scritto ed esso doveva essere distinto dalla Toràh Orale.

    Ciò che era scritto doveva rimanere scritto e ciò che era orale doveva rimanere orale, era proibito tramandare oralmente la scrittura ed altrettanto proibito scrivere la Toràh orale.

    CITAZIONE (Abramo @ 3/2/2011, 14:49) 
    Ci sono alcune parti che è permesso recitare a memoria, come lo kiriat shemà e parti della tefillà, ma di norma sarebbero autorizzati più che permessi.

    tratto da Forum Consulenza Ebraica



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    Edited by yes yes - 24/7/2017, 16:58
     
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    E veramente interrssante non ricordavo la cosa del rapporto con la lettura e il non imparare a memoria ma vedere sempre le lettere.
    e un bel lavoro ce forse un refuso nel nome di esodo che e schemot e non emot :)
    Comunque sulla torah orale ce anche un altro tread robusto dove ho martellato per giorni su baraita' tosefta ecc e anche li sono dolori.
    anche se un po di tosefta sono riuscito a recuperarla in giro ma non tutta credo.
     
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    Grazie se mi segnalate i refusi; quando ho terminato un post mi esce dagli occhi e non mi accorgo più di niente, a meno che non lo lasci lì stagionare per un po' e non lo riprenda quando me ne sono dimenticato.

    Non riesco a vedere il refuso su Shemot, casomai me lo quoti? io vedo questo

    CITAZIONE

    שמות - Šemôt - (Esodo)

    Dove la "S" è quella che porta il diacritico sopra, cioè questa Š, per indicare che è una Sh.
    Può darsi che tu non veda quel diatrico? Non so, se vedi gli altri tipo questo "ô" dovresti vedere anche quello. O forse il colore verde sulle parole ti dà problemi? (non si dovrebbero usare i verdi e i rossi brillanti che forniscono qui, danno problema questi colori ma cambiarli ogni volta porta via tanto tempo, tuttavia se non vedi bene cambierò il colore: sappimi dire).
    Se qualcuno non vede i diacritici è un problema.

    Il 3D completato ier sera sull'alfabeto, è pieno di refusi, stasera dovrò darmi da fare a correggere.

    Quello della obbligatorietà della lettura è una cosa curiosa su cui, a dir la verità, ci sarà da approfondire, perchè altrove mi sembra di aver letto che coloro che riscrivono/copiano la Torah, qualcosa di più a memoria lo abbiano invece. Ma andavo di fretta mentre cercavo altro e non so se/dove ho preso appunto. Dovrò andare a rileggere.
    E' curioso anche rispetto al fatto musicale: ciò che viene cantillato, dunque cantato, è ben difficile che non venga appreso a memoria in quanto la musica - anche minima, quel tanto che c'è nella cantillazione - favorisce la memorizzazione.
    Per il cantante, per l'esecutore, il testo scritto può essere solo una guida, ma trovo ben difficile che si riesca a cantare (in coro considerando l'alto numero di adetti alle esecuzioni musicali nel Tempio) o cantillare con lo sguardo fisso sullo scritto e dipendendo totalmente da esso, tanto più che - quando si cantava in coro nel Tempio - andava seguito anche il direttore di coro.

    Però bisogna dire che, infatti, quando si legge, per aiutarsi a leggere, si segue il testo con la "manina" (che ha un nome che non ricordo) e quella obbliga effettivamente a leggere.

    In ogni caso la cantillazione (dunque p.e. il testo Masoretico) fissa tutto, uniforma la lettura e dunque il senso, e gli altri sensi possibili - dove ci sono - allora vengono trattati e considerati a parte, ma nella prassi liturgica si legge/recita-cantilla/canta ed ascolta una sola vocalizzazione.

    Poi c'è il discorso di Torah nera e Torah bianca, che è interessante, ma non ho docum. sufficiente.
     
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    Spesso, quando la ש ha suono shin, il diacritico viene omesso, perché nella maggior parte delle sue occorrenze ha quel suono. In alcuni libri troverai che la shin non ha il diacritico mentre la sin sì, perché più rara. Tuttavia non è sempre così.
    Di solito, in ogni caso, nei testi fatti bene dedicano sempre una paginetta per indicare la traslitterazione usata.
    Nel caso specifico, la traslitterazione è shemot, non schemot.
    Piccolo trucchetto per ricordare la pronuncia della ש: quando la ש ha suono sin, il diacritico è sulla sinistra, per noi italiani allora è facile ricordare sin/SINistra :)

    Edited by ahdut - 24/7/2017, 18:06
     
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  7. yes yes
     
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    Aggiungo questo breve saggio molto interessante e ben fatto trovato -anche se, praticamente è di autore anonimo -

    su wikibooks

    Torah per sempre.
    Due Torah? Scritture e rabbini


    link >> http://it.wikibooks.org/wiki/Torah_per_sem...tture_e_rabbini
     
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  8. yes yes
     
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    Note su Torah orale



    "Avraham si differenzia da Shem proprio per la trasmissione. Shem non fa proseliti, Avraham si. Shem vive un po’ asceticamente questa sua fede. Avraham si sporca le mani. In questo senso mi pare straordinario quanto dice Rashì su Genesi XIV, 14. I recentodiciotto uomini con i quali Avraham va in guerra sono nella realtà il solo Eliezer il cui nome ha valore numerico trecentodiciotto. Egli è chiamato il suo allievo perché ‘lo aveva istruito nelle mizvot’. Dunque nella guerra contro la storia Avraham va armato di un solo uomo, il suo allievo. Nella guerra contro la storia il popolo d’Israele può vincere solo con lo studio della Torà. Nel processo di redenzione giocano, come sempre due fattori chiave: la giustizia e la misericordia Divina. Chi insegna dedica del tempo al prossimo, tempo nel quale potrebbe studiare per se stesso. Ma insegnare significa interessarsi al prossimo in un atto di misericordia di cui Avraham è Maestro primo. "
    www.archivio-torah.it/jonathan/0267.pdf

    "Non solo esistono dei precetti che possono essere adempiuti solo in Erez Israel, ma persino lo studio della Torà è diverso. In un insegnamento tanto caro al mio Maestro Rav Chajm Della Rocca shlita, Jacov nostro padre nell’uscire da Erez Israel si ferma per quattordici anni a studiare nella Accademia di Shem ed Ever prima di arrivare dallo zio Labano. C’è da chiedersi cosa abbia da imparare Jacov da Ever dopo aver studiato per decenni con Izchak! Spiegano i Maestri che esiste una Torà dell’esilio che Izchak non era in grado di insegnargli. Izchak è di certo il miglior maestro possibile per la Torat Erez Israel, ma non essendo mai stato fuori da essa non può spiegare al figlio come si vive da ebreo in diaspora. Jacov dovrà poi procedere con i propri figli nel percorso inverso: farli passare dalla Torà dell’esilio alla Torà di Erez Israel. È un percorso molto arduo nel quale ci si scontra con i vari Esav, Shechem e Chamor. Ma è anche un percorso che si basa sull’educazione dei bambini (vedi in proposito la Derashà su Vajshlach 5759) ed in particolare sull’educazione che verte su Gerusalemme ed il Santuario come abbiamo visto nella Derashà di Vajshlach 5763. "
    www.archivio-torah.it/feste/purim/teruma_purim.htm

    Edited by yes yes - 15/1/2018, 08:28
     
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  9. yes yes
     
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    Questa Parashah parla di Torah orale ed è magnifica
    Si intitola "L'accademia di Avraham l'educatore"
    www.archivio-torah.it/jonathan/0362.pdf
     
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  10. yes yes
     
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    Aggiungo ancora un po' di cose:



    CITAZIONE (Negev @ 12/12/2017, 09:31) 
    Torah vuol dire insegnamento
    ma la sua radice può intendere anche il "lanciare"
    (come un maestro che lancia un'idea o un insegnamento).

    Sacro non esiste in ebraico secondo l'accezione comune di relativo al divino.
    Il termine "kadosh" vuol dire "dedicato", esclusivo".
    Il sefer torah è il rotolo di lettura. non è sacro ed è proibito avere atteggiamenti di adorazione perché sarebbe idolatria.

    CITAZIONE (Negev @ 11/12/2017, 07:02) 
    I Talmudim non sono sacri.
    Sono dissertazioni di Maestri sugli argomenti più vari: dalla semina dei campi, ai comportamenti rituali, alle regole alimentari ecc.
    La religione, cioè l'osservanza, si basa su di essi, proprio perché sono stabilite regole e comportamenti.
    La Bibbia ebraica, non è sacra perché non costituisce la religione in sé, ma è un testo di storia e di legislazione ed è oggetto di discussione, di studio, dibattito fra studenti e studiosi e di interpretazioni, anche contrastanti.

    _________________________________


    Alcune sottolineature da .pdf in calce:


    La Torah, oltre che come “rotolo” [Sefer], va intesa anche come simbolo dell’intero “sistema religioso”.
    Torah orale: vale a dire ci si deve riferire non al testo biblico, ma a qualcosa di “altro” ad esso riferito.
    Torah: una parola già in precedenza non certo riservata al solo Pentateuco [Tanakh] (cfr. per esempio Pr 1,8).


    Per comprendere lo spirito della Torah orale è opportuno citare l’inizio dei Pirqè Avot («Capitoli [o, meno propriamente, “Massime”] dei padri», uno dei trattati della Mishnah; in it. l’edizione migliore è Detti di rabbini. Pirqè Avot con i loro commenti tradizionali, introduzione, traduzione. e note di A.MELLO, Qiqajon, Magnano (BI) 1993, pp. 238, € 16,00 (molto stimolante Y.LEIBOWITZ, Lezioni sulle «Massime dei Padri» e su Maimonide, Giuntina, Firenze 1999, pp. 211, € 12,39).

    Il testo inizia con queste parole:

    «Mosè ricevette la Torah dal Sinai e la trasmise a Giosuè, Giosuè agli Anziani, gli Anziani ai Profeti e i Profeti la trasmisero agli uomini della Grande. Assemblea. Essi dicevano tre cose: siate cauti nel giudizio, allevate molti discepoli e fate una siepe attorno alla Torah».

    l primo atto sta nel ricevere e ciò garantisce l’origine divina della parola.
    A esso segue un altro verbo: «trasmettere» che coinvolge, nell’ordine, Mosè, Giosuè, gli Anziani (vale a dire i Giudici) e i Profeti.
    Qui si sta ripercorrendo la successione dei libri che costituiscono la Bibbia ebraica; dalla Torah si passa ai Profeti anteriori e poi a quelli posteriori.
    Nei Capitoli dei padri vi è tuttavia un ulteriore anello: esso porta agli uomini della Knesset ha-Ghedolah («Grande Assemblea»), intesa come l’antico prototipo di un’accademia rabbinica risalente all’epoca di Esdra.
    Con ciò si demarca il passaggio, senza rotture, tra i Profeti e i Saggi (i prototipi dei rabbi).
    Il testo è del tutto consapevole del mutamento; cessa, infatti, il ricorso al verbo «trasmettere» e si impiega il verbo «dire». Ormai vi è anche un affermare in base a un’autorità propria.

    Se, dal punto di vista della dignità, la Torah scritta è superiore a quella orale, in relazione all’applicazione quotidiana bisogna seguire piuttosto i dettami di quest’ultima (cfr. Mishnah Soferim15,6),

    ciò avviene a motivo della sua capacità di essere trasmessa, discussa, rinnovata, arricchita.

    Quest’ultimo processo si spinge fino al punto di rendere possibile la scelta di partire di rettamente dalle interpretazioni e non già da un esplicito riferimento a un versetto scritturale.

    Proprio questa caratteristica costituisce una delle capitali differenze formali che esistono tra Midrash e Mishnah, in quanto il primo, a differenza della seconda, inizia sempre da un commento diretto a qualche passo della Scrittura.
    Va da sé che anche il midrash, forma di commento per antonomasia ai libri della Bibbia ebraica, rientra nella sfera della Torah orale.

    a) Il midrash halakico come esplicazione della Torah.

    Un tipico gruppo di interpretazioni della Torah scritta è formato dal midrash (solo in un secondo momento ci saranno midrashim dedicati anche ad altre parti della Scrittura).

    II midrash (dal verbo darash, «cercare») nasce dall’instancabile attività d’indagine e di scrutamento del testo rivelato compiuta dal popolo ebraico. Il termine, nel suo complesso, si riferisce alla tradizionale ermeneutica biblica giudaica, i cui primi esempi si trovano già all’interno della stessa Scrittura.

    Il documento integrale
    a cura del Dr. Piero Stefani
    http://www.teologiamilano.it/teologiamilan...re_ebraiche.pdf
     
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    Qui ci vorranno mesi a digerire il tutto, grasie yes, intanto qualcuno mi porti un digestivo resuscita morti :sick: :wacko:

    Domanda banale ma quante parashot ci sono? Cioe esiste un numero finito o ne escono sempre di nuove?
     
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  12. yes yes
     
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    Credo che le parashot siano un numero finito, cioè che il Tanach venga suddiviso in parti, tante quante ne servono perchè sia letto interamente in un anno, quindi presumo tante quante le settimane, cioè 52/53.
    Però ho letto che è possibile (ma non ricordo dove e quando ciò sia stato adottato, forse presso i chassidim del nord est Europa o presso gli ashkenazim quando in momenti di difficoltà della comunità risultava troppo difficile tornare a comprendere la lettura del Tanach, forse, ma non ti basare che la mia memoria fa pena) una suddivisione in parti fatta per terminare la lettura in 3 anni, quindi le porzioni vengono fuori più piccole, cioè un terzo.
    Quando leggi però parashah, per es. parashah vajera, troverai in internet un testo che commenta la parashah, cioè quella particolare porzione di Tanach; ma tali commenti non sono la parashah, però vengono intitolati con il nome della parashah, cioè di quella porzione di Tanach che commentano.
    Almeno io per ora ho capito così, dopo anni che leggevo credendo che "parashah" fosse riferito al commento e quindi che le parashot fossero una sorta di 'omelie', e invece no, sono le porzioni di Torah.
    Invece i "commenti" - che sono appunto ciò che leggiamo - in teoria possono essere innumerevoli, tanti quanti sono i rabbini che li scrivono, e diversi tanto quanto è possibile a seconda dell'esegesi che si sceglie di volta in volta di mettere in rilievo.
    Ma questi "commenti" - che prendono titolo dalla rispettiva parashah - non so se hanno un nome, cioè che termine traduca in ebraico qualcosa del tipo 'omelia' o 'omiletica'.
    Ma non assomigliano affatto all'omiletica che conosciamo, che di solito è esortativa, molto emotiva, mentre questi commenti sono autentiche lezioni (lectio).

    Edited by yes yes - 15/1/2018, 08:29
     
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    Ah ecco,grande yes , adesso forse mi tornano i conti, cioe ce una parasha diciamo con un testo.di commento.fisso come.puo.essere un commento.di rashi e poi a questa i commenti del.commento.
    Eh mi sa che hai ragione
     
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    Solo una precisazione:
    La Torah è costituita da 5 Libri:
    - Bereshit
    - Shemot
    - Vayikra
    - Bamidbar
    - Devarim
    Le Parashot riguardano la suddivisione dei libri della Torah, non di tutti i libri che compongono il Tanakh.
    Quest'ultimo, infatti, è un acronimo che sta per:
    - Torah
    - Nevi'im (Profeti)
    - Ketuvim (scritti sapienziali)
     
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  15. yes yes
     
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    Ah, vedi, io questo particolare non l'avevo colto. Quindi solo fino a Devarim si legge nelle 52 o 53 parashot.
    Ma la lettura, dopo, in Sinagoga, viene commentata?

    Edited by yes yes - 15/1/2018, 08:29
     
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