Sul "pentimento" - Teshuvah - nell'ebraismo

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    Nella Torà vi sono delle sanzioni la cui esecuzione non è stata affidata al bèt din~tribunale e, infatti, è scritto che per determinate trasgressioni la punizione è il karèt, che significa “recisione”. Il trattato Keretòt inizia enumerando quali sono i casi che sono passibili di karèt e quali sono le leggi che derivano da questa sanzione.

    Il termine deriva da una radice che significa tagliare, recidere. Rambàn (Vaikrà, 18, 29) spiega che esistono tre tipi di karèt. Ve ne è uno kàl~leggero, per il quale il trasgressore muore giovane, ma conserva la sua parte del Mondo a Venire e potrà partecipare alla risurrezione dei morti. Vi è poi un karèt più grave, in cui il peccatore vive più a lungo, ma la sua anima non partecipa al Mondo a Venire. Il karèt peggiore è, infine, quello per cui si muore in gioventù, ma anche l’anima è recisa dal Mondo a Venire.

    Occorre però ricordare che, per chi si pente, il decreto, per quanto duro, è suscettibile di cambiare! Maimonide scrive, infatti (Hilchòt Teshuvà ~ leggi sul pentimento, cap. 3, norma 14) che persino colui per il quale è stato decretato che non avrà parte del Mondo a Venire, se si pente con sincerità, potrà farne parte.

    La teshuvà è così potente che non esiste nulla che possa resistere a essa.

    Daf Yomi
    (una pagina di Talmud al giorno)
    https://libri.levy.it/dafyomi/

    Edited by yesyes - 13/5/2019, 23:02
     
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    Pentimento

    di Matt Rosenberg

    ויקרא כ״ג:כ״ו-כ״ט
    (כו) וַיְדַבֵּ֥ר יְהוָ֖ה אֶל־מֹשֶׁ֥ה לֵּאמֹֽר׃ (כז) אַ֡ךְ בֶּעָשׂ֣וֹר לַחֹדֶשׁ֩ הַשְּׁבִיעִ֨י הַזֶּ֜ה י֧וֹם הַכִּפֻּרִ֣ים ה֗וּא מִֽקְרָא־קֹ֙דֶשׁ֙ יִהְיֶ֣ה לָכֶ֔ם וְעִנִּיתֶ֖ם אֶת־נַפְשֹׁתֵיכֶ֑ם וְהִקְרַבְתֶּ֥ם אִשֶּׁ֖ה לַיהוָֽה׃ (כח) וְכָל־מְלָאכָה֙ לֹ֣א תַעֲשׂ֔וּ בְּעֶ֖צֶם הַיּ֣וֹם הַזֶּ֑ה כִּ֣י י֤וֹם כִּפֻּרִים֙ ה֔וּא לְכַפֵּ֣ר עֲלֵיכֶ֔ם לִפְנֵ֖י יְהוָ֥ה אֱלֹהֵיכֶֽם׃ (כט) כִּ֤י כָל־הַנֶּ֙פֶשׁ֙ אֲשֶׁ֣ר לֹֽא־תְעֻנֶּ֔ה בְּעֶ֖צֶם הַיּ֣וֹם הַזֶּ֑ה וְנִכְרְתָ֖ה מֵֽעַמֶּֽיהָ׃

    Levitico 23:26-29
    (26) Il Signore parlò a Mosè, dicendo: (27) Marco, il decimo giorno di questo settimo mese è il giorno dell'espiazione. Sarà per te un'occasione sacra: praticherai il rinnegamento di te stesso e porterai un'offerta consumata dal fuoco all'Eterno; (28) non lavorerai durante quel giorno. Poiché è un giorno di espiazione, in cui si espia per te davanti al Signore tuo Dio. Infatti, chiunque non praticherà l'abnegazione durante quel giorno sarà stroncato dalla sua stirpe;

    משנה יומא ח׳:ט׳
    (ט) הָאוֹמֵר, אֶחֱטָא וְאָשׁוּב, אֶחֱטָא וְאָשׁוּב, אֵין מַסְפִּיקִין בְּיָדוֹ לַעֲשׂוֹת תְּשׁוּבָה. אֶחֱטָא וְיוֹם הַכִּפּוּרִים מְכַפֵּר, אֵין יוֹם הַכִּפּוּרִים מְכַפֵּר. עֲבֵרוֹת שֶׁבֵּין אָדָם לַמָּקוֹם, יוֹם הַכִּפּוּרִים מְכַפֵּר. עֲבֵרוֹת שֶׁבֵּין אָדָם לַחֲבֵרוֹ, אֵין יוֹם הַכִּפּוּרִים מְכַפֵּר, עַד שֶׁיְּרַצֶּה אֶת חֲבֵרוֹ. אֶת זוֹ דָּרַשׁ רַבִּי אֶלְעָזָר בֶּן עֲזַרְיָה, מִכֹּל חַטֹּאתֵיכֶם לִפְנֵי יְיָ תִּטְהָרוּ (ויקרא טז), עֲבֵרוֹת שֶׁבֵּין אָדָם לַמָּקוֹם, יוֹם הַכִּפּוּרִים מְכַפֵּר. עֲבֵרוֹת שֶׁבֵּין אָדָם לַחֲבֵרוֹ, אֵין יוֹם הַכִּפּוּרִים מְכַפֵּר, עַד שֶׁיְּרַצֶּה אֶת חֲבֵרוֹ.

    Mishnah Yoma 8:9
    (9) Uno che dice: peccherò e mi pentirò, peccherò e mi pentirò, non gli danno l'opportunità di pentirsi. [Se uno dice]: Peccherò e Yom HaKippurim espierà per me, Yom HaKippurim non effettua l'espiazione. Per le trasgressioni tra l'uomo e Dio Yom HaKippurim effettua l'espiazione, ma per le trasgressioni tra l'uomo e il suo prossimo Yom HaKippurim non effettua l'espiazione, finché non ha pacificato il suo prossimo. Questo è stato spiegato da Rabbi Elazar b. Azaria: "Da tutti i tuoi peccati sarai mondato davanti al Signore" (Levitico 16:30) per le trasgressioni tra l'uomo e Dio Yom HaKippurim effettua l'espiazione, ma per le trasgressioni tra l'uomo e il suo simile Yom HaKippurim non effettua l'espiazione, finché non ha pacificato il suo compagno.

    שבת קנ״ג א
    תנן התם רבי אליעזר אומר שוב יום אחד לפני מיתתך שאלו תלמידיו את רבי אליעזר וכי אדם יודע איזהו יום ימות אמר להן וכל שכן ישוב היום שמא ימות למחר ונמצא כל ימיו בתשובה ואף שלמה אמר בחכמתו בכל עת יהיו בגדיך לבנים ושמן על ראשך אל יחסר

    Shabbat 153a
    Lì abbiamo appreso in una mishna che Rabbi Eliezer dice: Pentiti un giorno prima della tua morte. Gli studenti del rabbino Eliezer gli chiesero: Ma una persona sa il giorno in cui morirà? Disse loro: Tanto più questo è un buon consiglio, e uno dovrebbe pentirsi oggi per non morire domani; e seguendo questo consiglio si passerà tutta la vita in uno stato di pentimento.

    Contesto : il rabbino Moshe ben Maimon (Maimonide) visse dal 1135 al 1204 d.C. È considerato uno dei più grandi rabbini venuti dopo il Talmud. Era un grande filosofo.

    Ha scritto un riassunto della legge ebraica chiamato Mishnah Torah, letteralmente, una revisione della Torah. È noto per essere il primo codice giuridico ebraico ad avere una propria organizzazione logica piuttosto che essere organizzato sulla base delle pagine del Talmud.

    Le sezioni seguenti sono tratte dalle sue "Leggi del pentimento", in cui spiega la sua comprensione del pentimento basata sia su fonti talmudiche che sulla sua filosofia.

    משנה תורה, הלכות תשובה א׳
    (א) כָּל מִצְוֹת שֶׁבַּתּוֹרָה בֵּין עֲשֵׂה בֵּין לֹא תַּעֲשֶׂה אִם עָבַר אָדָם עַל אַחַת מֵהֶן בֵּין בְּזָדוֹן בֵּין בִּשְׁגָגָה כְּשֶׁיַּעֲשֶׂה תְּשׁוּבָה וְיָשׁוּב מֵחֶטְאוֹ חַיָּב לְהִתְוַדּוֹת לִפְנֵי הָאֵל בָּרוּךְ הוּא שֶׁנֶּאֱמַר (במדבר ה ו) "אִישׁ אוֹ אִשָּׁה כִּי יַעֲשׂוּ" וְגוֹ' (במדבר ה ז ) "וְהִתְוַדּוּ אֶת חַטָּאתָם אֲשֶׁר עָשׂוּ" זֶה וִדּוּי דְּבָרִים. וִדּוּי זֶה מִצְוַת עֲשֵׂה. מִתְוַדִּין. אוֹמֵר אָנָּא הַשֵּׁם חָטָאתִי עָוִיתִי פָּשַׁעְתִּי לְפָנֶיךָ וְעָשִׂיתִי כָּךְ וְכָךְ וַהֲרֵי נִחַמְתִּי וּבֹשְׁתִּי בְּמַעֲשַׂי וּלְעוֹלָם אֵינִי חוֹזֵר לְדָבָר זֶה. וְזֶהוּ עִקָּרוֹ שֶׁל וִדּוּי. וְכָל הַמַּרְבֶּה לְהִתְוַדּוֹת וּמַאֲרִיךְ בְּעִנְיָן זֶה הֲרֵי זֶה מְשֻׁבָּח.

    Mishneh Torah, Pentimento 1
    (1)Tutti i comandamenti della Torah, siano essi obbligatori o proibitivi, se un uomo viola qualcuno di essi, sia per presunzione che per errore, quando si pentirà e si allontanerà dalla sua via peccaminosa, è obbligato a confessare davanti a Dio, beato è Lui! anche come si dice: "Quando un uomo o una donna commetteranno un peccato... Allora confesseranno il loro peccato che hanno commesso (Nm. 5,6-7), che è una confessione di parole. Tale confessione è un comandamento obbligatorio Come si fa la confessione verbale? Il peccatore dice così: "Ti supplico, o Grande Nome! Ho peccato; sono stato ostinato; Ho commesso parolacce contro di te, particolarmente facendo così e così. Ora, ecco! mi sono pentito e mi vergogno delle mie azioni; per sempre non ricadrò più in questa cosa." Questa è la forma elementare della confessione;

    משנה תורה, הלכות תשובה ב׳:ו׳

    (ו) אַף עַל פִּי שֶׁהַתְּשׁוּבָה וְהַצְּעָקָה יָפָה לָעוֹלָם. בַּעֲשָׂרָה הַיָּמִים שֶׁבֵּין רֹאשׁ הַשָּׁנָה וְיוֹם הַכִּפּוּרִים הִיא יָפָה בְּיוֹתֵר וּמִתְקַבֶּלֶת הִיא מִיָּד שֶׁנֶּאֱמַר (ישעיה נה-ו) "דִּרְשׁוּ ה' בְּהִמָּצְאוֹ". בַּמֶּה דְּבָרִים אֲמוּרִים בְּיָחִיד אֲבָל צִבּוּר כָּל זְמַן שֶׁעוֹשִׂים תְּשׁוּבָה וְצוֹעֲקִין בְּלֵב שָׁלֵם הֵם נַעֲנִין שֶׁנֶּאֱמַר (דברים ד-ז) "כַּה' אֱלֹהֵינוּ בְּכָל קָרְאֵנוּ אֵלָיו":

    Mishneh Torah, Pentimento 2:6

    Anche se teshuva e il grido sono desiderabili tutto l'anno, nei dieci giorni tra Rosh HaShana e Yom Kippur, sono più desiderabili e vengono immediatamente ricevuti, come dice: "Cerca Do e lo troverai. Chiamalo, e sarà vicino» (Isaia 55:6). Si tratta di qualcuno che sta facendo teshuva da solo. Ma se qualcuno fa teshuva come parte di un quorum, ogni volta che fa teshuva con un cuore pieno, gli viene risposto, come dice, [perché c'è una grande nazione, che ha Dio così vicino a loro,] come il Signore nostro Dio ogni volta che lo invochiamo (Deuteronomio 4:7).

    משנה תורה, הלכות תשובה ב׳:א׳

    (א) אֵי זוֹ הִיא תְּשׁוּבָה גְּמוּרָה. זֶה שֶׁבָּא לְיָדוֹ דָּבָר שֶׁעָבַר בּוֹ וְאֶפְשָׁר בְּיָדוֹ לַעֲשׂוֹתוֹ וּפֵרַשׁ וְלֹא עָשָׂה מִפְּנֵי הַתְּשׁוּבָה. לֹא מִיִּרְאָה וְלֹא מִכִּשְׁלוֹן כֹּחַ.

    Mishneh Torah, Pentimento 2:1

    (1) Che cos'è il teshuvah completo ? Quando una persona ha l'opportunità di commettere lo stesso peccato e possiede la capacità di farlo, ma si separa e non lo fa a causa di teshuvah e non per paura o mancanza di forza.

    משנה תורה, הלכות תשובה ב׳:ט׳
    (ט)אֵין הַתְּשׁוּבָה וְלֹא יוֹם הַכִּפּוּרִים מְכַפְּרִין אֶלָּא עַל עֲבֵרוֹת שֶׁבֵּין אָדָם לַמָּקוֹם כְּגוֹן מִי שֶׁאָכַל דָּבָר אָסוּר אוֹ בָּעַל בְּעִילָה אֲסוּרָה וְכַיּוֹצֵא בָּהֶן. אֲבָל עֲבֵרוֹת שֶׁבֵּין אָדָם לַחֲבֵרוֹ כְּגוֹן הַחוֹבֵל אֶת חֲבֵרוֹ אוֹ הַמְקַלֵּל חֲבֵרוֹ אוֹ גּוֹזְלוֹ וְכַיּוֹצֵא בָּהֶן אֵינוֹ נִמְחַל לוֹ לְעוֹלָם עַד שֶׁיִּתֵּן לַחֲבֵרוֹ שֶּׁהוּא חַיָּב לוֹ וִירַצֵּהוּ. אַף עַל פִּי שֶׁהֶחֱזִיר לוֹ מָמוֹן שֶׁהוּא חַיָּב לוֹ צָרִיךְ לְרַצּוֹתוֹ וְלִשְׁאל מִמֶּנּוּ שֶׁיִּמְחל לוֹ. אֲפִלּוּ לֹא הִקְנִיט אֶת חֲבֵרוֹ אֶלָּא בִּדְבָרִים צָרִיךְ לְפַיְּסוֹ וְלִפְגֹּעַ בּוֹ עַד שֶׁיִּמְחל לוֹ. לֹא רָצָה חֲבֵרוֹ לִמְחל לוֹ מֵבִיא לוֹ שׁוּרָה שֶׁל שְׁלֹשָׁה בְּנֵי אָדָם מֵרֵעָיו וּפוֹגְעִין בּוֹ וּמְבַקְּשִׁין מִמֶּנּוּ. לֹא נִתְרַצָּה לָהֶן מֵבִיא לוֹ שְׁנִיָּה וּשְׁלִישִׁית. לֹא רָצָה מְנִיחוֹ וְהוֹלֵךְ לוֹ וְזֶה שֶׁלֹּא מָחַל הוּא הַחוֹטֵא. וְאִם הָיָה רַבּוֹ הוֹלֵךְ וּבָא אֲפִלּוּ אֶלֶף פְּעָמִים עַד שֶׁיִּמְחל לוֹ:

    Mishneh Torah, Pentimento 2:9
    (9)Né il pentimento né il Giorno dell'Espiazione espiano alcunché, salvo per i peccati commessi tra l'uomo e Dio, per esempio, uno che ha mangiato cibo proibito, o ha proibito il coito e simili; ma i peccati tra l'uomo e l'uomo, per esempio, uno ferisce il suo prossimo, o maledice il suo prossimo o lo saccheggia, o lo offende in cose simili, non è mai assolto se non restituisce ciò che gli deve e chiede il perdono del suo prossimo. E, sebbene restituisca il debito monetario, è obbligato a pacificarlo e a chiedergli perdono. Anche se non ha offeso il suo prossimo se non con le parole, è obbligato a placarlo e a supplicarlo finché non gli sia perdonato. Se il suo vicino rifiuta a un comitato di tre amici di perdonarlo, dovrebbe portarlo a implorarlo e supplicarlo; se si rifiuta ancora dovrebbe portare un secondo, anche un terzo comitato, e se rimane ostinato, può lasciarlo a se stesso e passare, poiché il peccato allora ricade su chi rifiuta il perdono. Ma se fosse il suo padrone, dovrebbe andare e venire da lui per chiedere perdono anche mille volte finché non lo perdonerà.10 Ibidem. 85b; Baba Kamma, 92a; Yoma, 87b. C.

    סידור נוסח עדות המזרח, מנחה לימי החול, וידוי
    (א) וידוי

    (ב) אָנָּא יְהֹוָה אֱלֹהֵינוּ וֵאלֹהֵי אֲבוֹתֵינוּ. תָּבֹא לְפָנֶיךָ תְּפִלָּתֵנוּ. וְאַל־תִּתְעַלַּם מַלְכֵּנוּ מִתְּחִנָּתֵנוּ. שֶׁאֵין אֲנַחְנוּ עַזֵּי פָנִים וּקְשֵׁי עֹרֶף לוֹמַר לְפָנֶיךָ יְהֹוָה אֱלֹהֵינוּ וֵאלֹהֵי אֲבוֹתֵינוּ צַדִּיקִים אֲנַחְנוּ וְלֹא חָטָאנוּ. חָטָאנוּ. . . אֲנַחְנוּ וַאֲבוֹתֵינוּ וְאַנְשֵׁי בֵיתֵנוּ: אָ שַׁמְנוּ. גַדְנוּ . זַלְנוּ . דִּ בַּרְנוּ דֹפִי וְלָשׁוֹן הָרָע. עֱוִינוּ . הִרְשַׁעְנוּ . דְנוּ . מַסְנוּ . טָ פַלְנוּ שֶׁקֶר וּמִרְמָה. יָ עַצְנוּ עֵצוֹת רָעוֹת. ?. . צְנוּ . רַדְנוּ . דְבָרֶיךָ. אַצְנוּ . . רַרְנוּ . וִינוּ . שַׁעְנוּ . . רַרְנוּ . צִעַרְנוּ אָב וָאֵם. קִ שִּׁינוּ עֹרֶף. שַׁעְנוּ . חַתְנוּ . עַבְנוּ . וְתִעֲתַעְנוּ. וְסַרְנוּ מִמִּצְוֹתֶיךָ וּמִמִּשְׁפָּטֶיךָ הַטּוֹבִים וְלֹא שָׁוָה לָנוּ. וְאַתָּה צַדִּיק עַל־כָּל־הַבָּא עָלֵינוּ. כִּי אֱמֶת עָשִׂיתָ. הִרְשָׁעְנוּ:

    Siddur Edot HaMizrach, Mincha dei giorni feriali, Vidui
    (2)Per favore Signore, Nostro D.o e D.o dei Nostri Padri – Lascia che la Nostra Preghiera venga prima di Te e non nasconderti, Nostro Re, dalle nostre suppliche. Perché non siamo sfacciati e con il collo rigido per dire davanti a Te, Signore, nostro Do e Do dei nostri Padri – siamo giusti e non abbiamo peccato. Piuttosto abbiamo peccato, siamo stati tortuosi e trasgressivi: noi, i nostri padri e le persone della nostra famiglia. Eravamo colpevoli. Ci siamo ribellati. Abbiamo rubato. Abbiamo parlato calunnie e discorsi malvagi. Abbiamo causato l'iniquità, abbiamo causato il male. Abbiamo fatto male intenzionalmente. Abbiamo fatto violenza. Abbiamo accusato in modo falso e ingannevole. Abbiamo fornito un cattivo consiglio. Abbiamo parlato di falsità. Ci siamo arrabbiati. Abbiamo deriso. Ci siamo ribellati. Ci siamo ribellati alla tua parola. Abbiamo provocato. Abbiamo commesso adulterio. Abbiamo lasciato il sentiero. Abbiamo trasgredito deliberatamente. Abbiamo danneggiato. Abbiamo causato dolore. Abbiamo causato dolore a nostro padre e a nostra madre. Avevamo il collo duro. Eravamo cattivi. Abbiamo distrutto. Abbiamo fatto cose spregevoli. Abbiamo fatto sbagliare le persone. Abbiamo lasciato i tuoi comandamenti e le tue buone leggi e non erano degni di noi. E tu sei giusto su tutto ciò che ci accade, perché hai fatto la verità e noi abbiamo agito malvagiamente.

    Da www.sefaria.org


    Teshuva


    Teshuvah: l'arte del ritorno

    Il mondo pensa -dice il maestro chassidico Rabbi Schneur Zalman di Liadi in uno dei suoi discorsi-- che teshuvah sia per i peccatori. Ma in verità, anche la persona perfettamente retta deve fare teshuvah , cioè tornare alla radice-sorgente della sua anima...

    Tradotto comunemente come "pentimento", teshuvah significa letteralmente "ritorno". Teshuvah è la capacità dell'anima di tornare al suo stato originale, al suo nucleo originario. Mentre attraversiamo la vita, siamo invariabilmente resi grossolani e macchiati dai nostri errori e giudizi sbagliati, o semplicemente dai travagli della vita fisica; ma il nostro io più intimo, la "vera parte di D-o ", che è l'essenza della nostra anima, rimane intatto. Teshuvah è la capacità data da D-o di accedere e riconnettersi a quel sé intatto, ristabilire le nostre vite sulle sue fondamenta e persino ridefinire un passato negativo nella sua luce purificatrice.

    Vedi saggio sui tredici attributi di misericordia e altri link del forum esplorano le dinamiche di teshuvah , il cosa, il perché e il come della forza più potente conosciuta dall'uomo: il potere dell'autotrasformazione:

    Da www.chabad.org
     
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    Ho letto questa traduzione dell'Hilkhot Hateshuvà, vorrei sapere:
    - mi sembra di capire che per espiare i peccati per i quali e prevista la pena del Karet o la condanna a morte e in più commettendoli si profana anche il Nome ci sia necessità di morire però non ci sia necessità di essere uccisi appositamente ma è sufficiente anche morire naturalmente, tal ciò che mi sembra di capire è esatto?
    - nel capitolo 4 al punto "C" della predetta traduzione, si parla di peccati commessi ai danni di ignoti, si dice che tali peccati impediscono di fare una teshuvà completa e al punto "F" dello stesso capitolo si dice che "tutti i peccati suaccennati (simili e derivati) sebbene ostacolino la teshuvà non la impediscono del tutto. Ed infatti se il peccatore se ne pente e fa teshuvà, viene considerato un baal teshuvà ed ha parte nella vita futura", chiedo: se si commette un peccato contro un ignoto, per ottenere perdono per tale peccato ed essere considerati ball teshuvah e avere parte nella vita futura, in che modo bisogna fare teshuvah? In maniera normale tranne il fatto di chiedere perdono a colui contro cui si ha peccato giacché non si sa chi sia? Se sì, il fatto che tale teshuvah non sia completa non cambia nulla?
    - se si commette un peccato talmente grave da precludere la possibilità di fare teshuvah, quando si avrà subito la punizione per tale peccato c’è possibilità di tornare/essere giusti e avere parte nel mondo a venire?

    Vorrei sapere anche: se si guardano film a pagamento senza pagare chi ha realizzato il film (ad esempio su "siti pirata") suppongo che si commetta peccato, se è così, in tal caso come si dovrebbe fare teshuvah? Si dovrebbe chiedere perdono ai produttori di tali film?
     
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    Non c'è Teshuvà (pentimento) al di fuori dell'umiltà.
    Durante il servizio religioso (culto) del tardo pomeriggio dello Yom Kipur (giovedì 16 sett) nelle sinagoghe di tutto il mondo, il Libro di Giona (ספר יונה) viene letto pubblicamente per risvegliare i cuori dei congregati, 'con il grido a D'o' (Giona 1:6).
    Nel 'Midrash Pesikta' è scritta una parabola: "Israele disse a D'o:" "Ribono shel Olam (Padrone dell'Universo), se ci pentiamo (Teshuvà), Ci accetterai?" - e Hashem rispose: "Se ho accettato il pentimento del popolo di Ninive, come potrei non accettare il tuo?"...
    I nostri saggi quindi insegnano che la storia di Giona (יוֹנָה) viene recitata in questo momento (a Yom Kipur) per ricordarcelo; 'Se D'o può perdonare i Niniviti, così può perdonare anche noi'... Come Giona (יוֹנָה); dobbiamo prima essere "inghiottiti" nella consapevolezza della nostra ribellione prima di renderci conto che siamo caduti e morti, che siamo senza speranza al di fuori dell'intervento e della liberazione diretti di D'o.
    Se ti consideri il "problema", assicurati di comprenderne le implicazioni... Se dici: "So che il problema sono io, il mio cuore è sciocco, sono testardo e i miei problemi sono colpa mia", allora esamina la tua rabbia e la tua delusione con le altre persone nella tua vita... La genuinità della tua umiltà può essere rivelata dal modo in cui affronti le delusioni, le frustrazioni, l'essere ignorato e così via.
    Molti dei nostri problemi derivano da "affetti disordinati", elevando il finito allo stato di infinito. Infatti, l'idolatria (עֲבוֹדָה זַרָה) è la sostituzione del sacro con il "non-dio" (לא אֵל), assolutizzando il presente e e adorare ciò che è temporale.
    Spesso siamo lenti a realizzare il nostro disperato bisogno di guarigione, quindi ci permette di rivisitare i vari "luoghi di perdizione" delle nostre concupiscenze e paure fino a quando non siamo stanchi di noi stessi, senza nemmeno sopportare noi stessi. Dobbiamo essere disposti a "vomitare i nostri errori". Normalmente questo significa che dobbiamo affrontare ripetuti fallimenti finché non "imparare a memoria" che solo Hashem è il nostro Guaritore e Liberatore (כִּי אֲנִי יְהוָה רפְאֶךָ) - Es. 15:26. Ironia della sorte, è solo dopo aver visto che abbiamo perso la direzione, 'teshuvà (ritorno)' è possibile e di forza in forza siamo in grado di cambiare veramente. (Ezechiele 36:26)

    (Pubblicato da Italian Jews)
     
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