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Il peccato non è quello che sembra
di Rabbi Shmuel Silinsky
La parola "peccato" non ha alcun collegamento con la colpa infinita e la dannazione eterna. Ma ha molto a che fare con il tiro con l'arco.
Una delle parole ebraiche più comunemente tradotte male è chait, che di solito vediamo tradotta come "peccato".
Il peccato è una di quelle parole che tendiamo a trovare repellente. Molti di noi sono cresciuti in società non ebraiche e come risultato di quell'influenza pensiamo al peccato come a un male orribile, connesso a colpa infinita, dannazione eterna e una miriade di altri associazioni ugualmente sgradevoli.
Vuol Chait davvero dire che?
No.
Il significato della parola è solitamente definito dal contesto di come viene utilizzato. Così, per esempio, nel Libro dei Giudici (20:16), i frombolieri della tribù di Beniamino sono descritti come così bravi con la loro arma da poter "mirare a un capello e non a chait " .
Questo potrebbe significare "mirare a un capello e non peccare "? Non ha senso.
Questo potrebbe significare "mirare a un capello e non peccare"? Non ha senso. Ovviamente il testo significa mirare a un capello e non "sbagliare", cioè non colpire il bersaglio.
Un altro esempio è nel Libro dei Re I (1:21). Il re Davide è sul letto di morte e sua moglie, Betsabea, viene da lui e gli dice: "Se Salomone non diventerà re dopo di te, allora Salomone e io saremo chataim " . Salomone e Betsabea saranno peccatori? Significa che Salomone e Betsabea non raggiungeranno il loro potenziale, non raggiungeranno il grado, non saranno all'altezza.
Un terzo esempio: l'ebraico per una delle tante offerte sacrificali è chatot , dalla stessa radice della parola chait . Questa offerta - chiamata in inglese "offerta per il peccato" - può essere portata solo per qualcosa fatto involontariamente. Infatti, se una persona ha commesso una violazione intenzionalmente, gli è vietato portare un chatot . È veramente una "offerta sbagliata" piuttosto che una "offerta per il peccato".
"Fuori bersaglio", "non raggiungere l'obiettivo", "errore" e "non intenzionale" sono tutte indicazioni che la parola chait non significa "peccato".
Una traduzione più accurata dell'ebraico chait è "errore" o "sbaglio".
Una traduzione più accurata dell'ebraico chait è "errore" o "sbaglio".
Le persone non "peccano". Le persone fanno errori. Dopo tutto, siamo umani. E il modo ebraico è imparare dai nostri errori. Ci scusiamo, ripuliamo ogni casino e andiamo avanti con la vita.
Naturalmente, possono esserci delle vere ramificazioni ai nostri errori.
Se cade un bicchiere di latte, il latte è sparito e il bicchiere si frantuma. Quindi cosa facciamo?
Ci occupiamo della ricaduta e sistemiamo quello che possiamo. Le nostre ammende possono includere scuse sincere, rimuovere i frammenti, pulire il tappeto e acquistare una nuova bottiglia di latte. Ma non diventiamo impregnati di colpa per il nostro "peccato".
Si noti che ci sono altre parole in ebraico che sono anche tradotte erroneamente come "peccato", ma che comunicano un misfatto più grave di un errore. Per citare due esempi: avon , si riferisce alla trasgressione intenzionale e consapevole della legge di Dio in cui i propri desideri prendono il sopravvento mano; pesha , si riferisce a una trasgressione intenzionale compiuta specificamente per dispetto a Dio.
Tuttavia, la parola più comune tradotta come "peccato" è chait . Il "peccato" di Adamo ed Eva era chait , un errore.
Molti dei concetti che possiamo avere in mente potrebbero non essere affatto ebrei. Dare uno sguardo nuovo può darci grandi intuizioni e chiarezza e suggerimenti per rendere le nostre vite più significative.
Da www.aish.com
Edited by leviticus - 7/2/2021, 12:13
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Fantastico!!!
Stavo cercando una cosa in rete ed è uscito un nostro 3d di 18 anni fa sul vecchio forum, in merito all'argomento, è ancora leggibile: https://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=65040387. -
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Questo thread è una miniera d'oro, grazie, Ayalon!
Proprio quello che ci voleva.
Ma, alla fine, però, dopo tanto ribadire che il nachash è lo yetzer harà, cioè la "cattiva inclinazione", non si può fare a meno di chiedersi, ma, questa "cattiva inclinazione" come si è generata, da chi proviene, chi l'ha creata?. -
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D*o ha creato tutto, si veda Isaia 45, 7:
יוֹצֵ֥ר אוֹר֙ וּבוֹרֵ֣א חֹ֔שֶׁךְ עֹשֶׂ֥ה שָׁל֖וֹם וּב֣וֹרֵא רָ֑ע אֲנִ֥י יְהֹוָ֖ה עֹשֶׂ֥ה כָל־אֵֽלֶּה
(Who forms light and creates darkness, Who makes peace and creates evil; I am the Lord, Who makes all these
Io formo la luce e creo le tenebre, produco la pace e creo il male; io, il Signore, compio tutto questo)
sta poi all'uomo scegliere tra il bene e il male (il "libero arbitrio" della tradizione cristiana).
Se ne era parlato anche qui, dal punto di vista qabalistico: https://ebreieisraele.forumfree.it/?t=76008905.
Edited by ahdut - 13/2/2021, 11:14. -
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Però, ahdut, comunque lo si voglia chiamare, peccato, trasgressione, errore, scelta sbagliata, etc. non si può negare che il male ci sia stato e/o sia stato fatto, anche se, a questo punto, non è chiaro da chi esattamente.
Poi, se le cose stanno così, non ci si dovrebbe meravigliare, ed è lecito pensare che, in un momento di resipiscenza, D-o, pentitosi del male che aveva permesso, fatto e promesso al tempo dei progenitori, e volendo fare pace, proclamando "l'anno di misericordia del Signore" abbia incaricato qualcuno di portare al Suo popolo la "buona novella" della remissione dei suoi peccati.
Questo qualcuno, avendo probabilmente pestato i piedi alla casta sacerdotale, ha finito la sua missione sulla croce.
La croce quindi non è uno strumento di espiazione sostitutiva, e/o la conditio sine qua non si riceve il perdono da D-o, ma, piuttosto uno strumento di riavvicinamento e comunione con D-o.
Resta anche da dover conciliare l'idea di un D-o che da una parte si autodefinisce "Santo"(Lev 19,2) e dall'altra dichiara candidamente di essere colui che crea le tenebre e il male(Is 45,7)!
Sono affermazioni apparentemente contraddittorie e inconciliabili che , oltre a sorprenderci, ci lasciano perplessi e sconcertati.
Aveva forse ragione Paolo De Benedetti, quando, in un'intervista radiofonica di diversi anni fa, ebbe a dire che si incontrano delle "sorprese ad ogni pagina della Bibbia", e che "con D-o bisogna avere la stessa pazienza che Egli ha con noi" ?. -
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Questa volta scrivo in rosso perché è un avviso ufficiale valido per tutti.
Prima di scrivere sul forum, siete pregati di leggere il Regolamento
Qui non sono richieste consulenze cristiane (eventualmente ne avessimo bisogno, sapremmo a chi rivolgerci).
In particolare, Gabriel25, ti faccio notare che - ai sensi dell'art. 8 - il proselitismo è causa di ban.
Il resto te lo scriverò in prvt nei prossimi giorni.. -
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Gabriel25 sei fortunato che ti abbia letto prima ahdut, ti avevo appena tolto il ban,
perchè eri andato a piatire da tutto il forum free.
Adesso hai bruciato anche la seconda occasione, ma non ti banno, tieni presente però,
che la terza volta il ban sarà definitivo ed irrevocabile anche se andrai a chiedere
l'intercessione del papa, o di qualche rabbino.. -
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Ho capito.
Innanzitutto, grazie a ahdut e Ayalon, per non avermi bannato per la seconda volta!
Vorrei solo sapere in quale infrazione sono incorso questa volta, visto che, al di là di una considerazione personale molto generale e di ordine teologico-speculativo , ho citato le parole di Paolo De Benedetti, Ebreo, stimatissimo da Ebrei e Cristiani.
State tranquilli, intendo rispettare il regolamento e non farmi più bannare, ma, se siete convinti che voglia fare del "proselitismo," posso solo rispondere che se c'è un Cristiano che non ha le competenze per farlo, quello sono proprio io, scusate l'immodestia.
La cosa tragicomica è che, mentre voi mi accusate di "proselitismo," ci sono Cristiani che m'hanno chiesto se" sotto, sotto" io sia Ebreo, (accompagnando le parole con uno sguardo indicativo), magari, solo perché, in una discussione ho difeso Israele!
Non parliamo poi di quando sono andato in Israele!
Scusate, queste digressioni.
Vorrei anche dire che ho scritto ad ahdut e a Ayalon, perché sono gli Admin.
Non ho neanche voluto disturbare il buon Leviticus.
E, last, but not least, ho scritto perché credo che il Dio d'Israele è "lento all'ira e ricco di misericordia" e l'Unico con il quale si può "negoziare", checché se ne dica in contrario!
Toda raba e Shalom!. -
.e l'Unico con il quale si può "negoziare", checché se ne dica in contrario!
Toda raba e Shalom!
Si sa, la satira e l’ironia sono brutte bestie, a volte indigeste ma necessarie. Lo sapevano i maestri del Talmud ad esempio nel famoso episodio del forno di ‘Aknay: «Che fece Dio in quel momento?»; ed Elia in risposta disse: «Sorrise e disse: “i miei figli mi hanno vinto, i miei figli mi hanno vinto” » (TB, Bava Mezia 59b)..
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