"Le élite hanno aperto all'immigrazione e al caos. È questo che definirà la nostra epoca, è a rischio l'Occidente"

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    אילון

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    "Le élite hanno aperto all'immigrazione e al caos. È questo che definirà la nostra epoca, è a rischio l'Occidente"

    Gran saggio del direttore del Wall Street Journal. Lo scandalo per le parole di uno degli uomini più ricchi di Germania: "Interi quartieri di Berlino occupati da arabi, ci stiamo autodistruggendo"
    Giulio Meotti



    Il miliardario tedesco fondatore del gigante informatico SAP, Hasso Plattner, il decimo più ricco in Germania, ha dichiarato con grande scandalo degli amici benestanti e benpensanti che molte parti di Berlino sono state “occupate dagli arabi” e che ora preferisce restare a Potsdam, una città vicina più piccola.

    In un'intervista al quotidiano svizzero NZZ, Plattner ha parlato della sua città natale dicendo che "interi quartieri sembrano occupati dagli arabi" e che i tedeschi hanno una tendenza all'autodistruzione. “Sono berlinese, ma non vado più a Berlino, rimango nella mia Potsdam. Il fatto che intere parti della città siano state apparentemente occupate dagli arabi e che la loro etica e la loro comprensione della legge siano praticate lì non è positivo. A porte chiuse, tutti dicono che qualcosa è andato storto”. Nell’intervista, Plattner ha affermato che la Germania “ha sviluppato l’insicurezza fino al punto dell’autodistruzione”.



    Hasso Plattner e Angela Merkel

    Quasi il 31 per cento degli abitanti di Berlino sono stranieri (658.000 su 3,5 milioni) o con radici straniere (454.000). Nel quartiere di Mitte, che circonda il Bundestag e la Cancelleria, gli stranieri sono oltre la metà. Il Tagesspiegel, il più diffuso quotidiano della capitale, titola: “Berlin wir arabischer”, Berlino diventa sempre più araba. “Berlin ist verloren”, denuncia Die Welt, la capitale è perduta.

    A Berlino, i turchi sono la comunità islamica più numerosa, 107.915 (come una città come Piacenza), concentrati nel quartiere di Kreuzberg, di fatto la più grande città turca sul continente europeo. In un romanzo di fantapolitica, se si ribellassero, seguendo la dottrina applicata da Bill Clinton a suo tempo nel Kosovo, potrebbero ottenere l'indipendenza, perché sono già maggioranza.

    A Berlino il nome Mohammed è il più popolare per i nuovi nati, i cattolici sono appena il 9 per cento contro il 10 per cento di musulmani. Nella capitale tedesca e de facto dell’Unione Europea, l’Islam ha già superato il Cattolicesimo. L’immigrazione islamica sta cambiando il volto della Germania come non sono riusciti a fare due totalitarismi. Minareti sono ora in costruzione anche nella (ex) cattolica Baviera.

    Berlino è anche la “capitale europea degli omosessuali”. Ci si sposa senza problemi tra uomini o tra donne, soprattutto nel municipio di Schöneberg, la loro roccaforte berlinese. Pastori protestanti fanno outing dal pulpito e presentano ai fedeli il loro partner. Ma l'atmosfera sta cambiando a causa del continuo arrivo di profughi musulmani. In un “Kita”, un Kindergarten, un asilo nel quartiere di Reinickendorf, in maggioranza gli alunni sono islamici. I genitori non vogliono affidare il figlio a un maestro o maestra omosessuale. “Con il loro ‘stile multiculturale’, i quartieri berlinesi di Kreuzberg e Neukölln sono l'epitome di un autentico atteggiamento nei confronti della vita, senza chiedersi se l'entusiasmo per i progetti di vita pluralistici sia ben accolto da tutte le comunità religiose” scrive la rivista liberale Cicero. “Oggi, molti gay difficilmente osano uscire per strada, si trasferiscono o lasciano Berlino per sfuggire alle cacce organizzate da giovani musulmani. Il progetto antiviolenza Maneo registra solo a Berlino più di un attacco al giorno. Secondo Maneo, la stragrande maggioranza degli autori sono uomini con un background arabo-turco o coloro che si muovono in ambienti influenzati dall'Islam”.

    Il presidente del Bundestag Bärbel Bas (SPD) ha appena parlato con i giovani della scuola della comunità ebraica Chabad di Berlino. "Non si va più in certi posti a Berlino", gli ha detto una ragazza. “Molti quartieri in Germania non sono sicuri per gli ebrei”, scrive il caporedattore della rivista ebraica Jüdische Allgemeine.

    Uno studente ebreo della Libera Università di Berlino, Lahav Shapira, nelle scorse ore veniva ricoverato in ospedale dopo essere stato picchiato per strada nella capitale tedesca da compagni di studi palestinesi.

    Il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, sullo Spiegel di oggi denuncia che le università sembrano ormai “zone interdette agli ebrei”.

    Un ragazzo ebreo per mesi è stato tormentato da compagni arabi e turchi in una scuola pubblica nel distretto di Friedenau a Berlino. Uno studente durante una discussione sul conflitto in Medio Oriente dice: “Se ci fosse uno studente ebreo in classe, lo ucciderei”. Che fine ha fatto lo studente berlinese? Lo ha rivelato lo Spiegel. Liam Rückert, questo il nome, ora studia al Mosenson Youth Village, a Tel Aviv.

    “Non si va più in certi posti a Berlino”… Chi lo avrebbe detto non nel 1934, ma nel 2024?



    “L’immigrazione ha trasformato la società e la politica svedese negli ultimi vent’anni” scrive il giornalista svedese Håkan Boström sul fallimento del progetto liberale del suo paese. “La portata del cambiamento demografico ha avuto conseguenze sociali e politiche che non erano state previste dai politici e dai commentatori che sostenevano controlli rilassati. Oggi uno svedese su cinque – 2 milioni di persone su una popolazione di 10 milioni – è nato all’estero. Quasi uno svedese su quattro è nato all'estero o ha due genitori stranieri. E se contiamo quelli con almeno un genitore nato all'estero, si tratta di un terzo di tutti gli svedesi. I numeri salgono ancora di più nelle grandi città e tra le persone in età fertile. Nel 1970, il 16 per cento dei bambini nati in Svezia aveva almeno un genitore nato all’estero. Nel 2018 la percentuale era del 38 per cento. Allo stesso tempo, la composizione dell’immigrazione è cambiata radicalmente. Nel 1970 dominava l’immigrazione di manodopera dalla vicina Finlandia. Ma negli ultimi decenni, l’immigrazione di rifugiati dal Medio Oriente e dall’Africa ha rappresentato la metà dei nuovi arrivi. Nel 1960 in Svezia c’erano solo poche migliaia di persone nate in Africa o Asia. Oggi ce ne sono più di un milione. La Siria ha superato la Finlandia come paese di origine più comune per gli svedesi di origine straniera. Le conseguenze sociali di questo cambiamento demografico sono considerevoli. Non solo la disuguaglianza è aumentata in modo evidente, ma la Svezia sta sperimentando un’esplosione della criminalità dovuta alla guerra tra bande e alla criminalità organizzata in cui sono coinvolti in stragrande maggioranza gli immigrati. Il paese ora ha il più alto tasso di violenza armata in Europa. Nel 2022 più di 60 persone sono state uccise a causa della violenza armata e ci sono stati 88 attentati. Quest'anno sembra essere ancora peggiore: il record per il numero di attentati è stato battuto nella prima metà dell'anno e solo nel mese di settembre 11 persone sono state uccise in sparatorie legate a bande. Tutto questo in un Paese di appena 10,5 milioni di abitanti. Negli anni '70 e '80 il tipico caso di omicidio sarebbe stato quello di un ubriaco che accoltellava un conoscente o la sua ragazza a casa, o degli estranei coinvolti in una rissa di strada. Oggi giovani sicari, spesso di età inferiore ai 18 anni, vengono reclutati dalle bande per uccidere rivali e nemici. Di conseguenza, la Svezia differisce dal resto d’Europa per aver visto il suo tasso di omicidi aumentare costantemente negli ultimi 15 anni”.

    Una bomba a mano è stata appena trovata nel giardino dell’ambasciata israeliana a Stoccolma.


    Intanto, a Londra, dopo che un ministro inglese annunciava il ritiro dalla vita politica per le minacce di morte islamiche, un teatro cancellava una serata pro Israele con Douglas Murray per altre minacce. “Non riconosco più il mio paese”, dice Murray.

    Ci avremmo creduto se ce lo avessero detto dieci anni fa? “Apri una porta solo se sai come richiuderla” dichiara sull’immigrazione lo scrittore algerino Boualem Sansal. “Possiamo aprire la porta a tutta la miseria del mondo, ma un giorno dovrà essere richiusa, perché la miseria del mondo è infinita”.






    “È forte la tentazione di guardare questi eventi e concludere che noi in Occidente non siamo più una civiltà seria, che il nostro impegno verso i principi liberali, l’apertura e la tolleranza ci hanno abituato a nostro rischio e pericolo; che i nostri valori non sono più adatti allo scopo in un mondo di minacce esistenziali” scrive l’ex direttore del Wall Street Journal Gerard Baker in uno degli articoli più chiari e onesti sulla situazione. “La realtà più profonda è che non sono stati i nostri valori ad aver fallito. Stiamo assistendo al più potente atto d’accusa nei confronti di un’élite politica e culturale la cui egemonia è attesa da tempo per incontrare la sua nemesi. La realtà demografica di un sud del mondo sovrappopolato e impoverito che sta riversando centinaia di milioni di persone nel ricco nord, sta creando il caos negli atteggiamenti e nelle decisioni di un’élite dominante che, per progettazione o per caso, sembra ostinata a colpire l’Occidente in un annientamento. Forse esagero. Ma la portata della crisi migratoria in Occidente – più dell’ascesa della Cina, della sfida delle nuove tecnologie o del clima – mi sembra la questione che definirà la politica della nostra epoca. Oggi, nell’Occidente post-cristiano, non è necessario credere nelle teorie su una ‘grande sostituzione’ per capire che le politiche negli Stati Uniti e in Europa che hanno scatenato l’immigrazione di massa negli ultimi anni non sono il frutto di negligenza o incompetenza, ma una scelta deliberata per aprire le nazioni a tutti i visitatori. A meno che non torniamo indietro adesso, le conseguenze di tutto questo ci travolgeranno. Se non agiamo di fronte a questa ondata demografica per riprendere il controllo dei nostri confini, arriverà il giorno in cui non saremo più nemmeno in grado di affermare il primato dei nostri valori”.

    Ma non sta forse già succedendo, l’autodistruzione?
     
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    granatiere granitico

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    È evidente che sono i sodali della meloni a farsi i milioni con i trafficanti giacché sono raddoppiati i migranti!
     
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