Gli angeli protestarono contro piaghe d' Egitto?

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    ISRAELE PÈSACH
    2024. Che differenza c’è tra questo Pèsach e tutti gli altri?
    RAV RICCARDO DI SEGNI
    PESACH 5784

    Sappiamo tutti qual è l’importanza di Pesach e come questa festa sia l’occasione per ricordare la nostra storia, le nostre origini, per ritrovarsi in famiglia e con amici. Le regole di Pesach sono impegnative, tra pulizie, alimentazione speciale, organizzazione dei sedarìm. Per quanto siano differenti i modi di rapportarsi alle tradizioni, da chi è strettamente rigoroso e attento a tutti i dettagli a chi si limita a mangiare un pezzettino di azzima, Pesach fa parte dell’identità ebraica e la sua celebrazione fa vibrare in tantissimi ebrei, anche i più lontani, qualche corda.

    La letteratura e la memorialistica di argomento ebraico, in tutte le lingue, italiano compreso, che è un fiume in piena inarrestabile, è ricca di ricordi e riferimenti a Pesach. Si potrebbe scrivere un libro-antologia raccogliendo tutte le testimonianze e le narrazioni di come si svolgeva la cena del sèder. Come quella di una grande famiglia in cui si invitavano tutti, osservanti e non osservanti, e c’era il parente che ogni anno, puntualmente, a un certo punto della lettura della haggadah, quando si parlava delle piaghe e delle punizioni sull’Egitto non si tratteneva e cominciava un’invettiva contro la crudeltà di quel racconto e non poteva ammettere una religione in cui si parlasse così della sorte del nemico. E si tratta di episodi vissuti in una famiglia ebraica italiana emancipata, ben antecedenti la shoà.

    Mentre scrivo queste righe la guerra in Israele è ancora in corso e spero che si potranno leggere a guerra fnita. In ogni caso Pesach di questo anno sarà diverso per quello che è successo. Tanto da chiederci, riprendendo la domanda iniziale della haggadà, ma nishtanà, che differenza c’è tra questo Pesach e tutti gli altri? Non è certo la prima volta che viviamo un periodo in cui la nostra vita è mi nacciata e si solleva un’ondata di incomprensione, per dirla in modo pacato, nei confronti del mondo ebraico. Ma è anche un periodo nel quale siamo stati testimoni in una reazione ebraica di sentire comune, di riscoperta di unità al di sopra di divisioni sempre laceranti; una risposta non tanto scontata e per certi aspetti sorprendente.

    Questo Pesach sarà diverso ma anche uguale perché ci costringerà a capire i messaggi che si trasmettono nelle letture e nelle prescrizioni rituali. Se a qualcuno non piace la storia degli egi ziani affogati nel mare, saprà dai midrashìm che anche gli angeli al servizio divino avevano fatto una silenziosa protesta per quello che succedeva. E chi non discute e litiga su questi temi non sta vivendo appieno la festa di Pesach che per definizione è il momento in cui si fanno domande e si cerca di rispondere.

    Attraverso questi meccanismi dovremo riuscire a capire molte cose; che una storia di 35 secoli fa ha ancora per noi un senso fondamentale, che gli insegnamenti e gli obblighi della tradizione hanno un valore profondo e attuale e che nella complessa identità ebraica non c’è solo la tristezza della persecuzione, ma la gioia della liberazione che celebriamo a Pesach.

    “In ogni generazione si ergono contro di noi per distruggerci, ma il Signore, che sia benedetto, ci salva dalle loro mani”.

    Rav Riccardo Shemuel Di Segni

    da morasha.it
     
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